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Già Lega Nerd mi ha dato modo di postare un mio articolo sul rapporto arte e videogames. Questo tema in Italia stenta a consolidarsi tra gli storici dell’arte e tra gli artisti stessi. Non me la sento di biasimare però questa lentezza, abbiamo una tradizione artistico figurativa troppo importante per poter accettare facilmente altre forme di espressione artistica.
In questo articolo voglio mettere sotto osservazione Limbo della danese Playdead. Si è già parlato di Limbo su Lega Nerd, in un articolo di @Francesco
Fatta questa dovuta introduzione passiamo all’analisi.
Il titolo si presenta con un comparto grafico minimale ma efficace. Stilisticamente parlando a me pare di leggerci brani dei più importanti simbolisti come il primo Redon o il cupo Alfred Cubin.
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Il bianco e il nero.
Non è un gioco in bianco e nero, è un gioco bianco e nero. Poi ci sono le pallide scale di grigi che vanno a definire gli effetti di luci. Il mondo di LIMBO e i suoi abitanti sono rappresentati come siluette su sfondo bianco, quest’ultimo ci appare spesso accecante ma anche così sporco da lasciarci inquieti. La grafica del gioco distrugge il realismo ricercato e scarsamente ottenuto da troppi giochi Next Gen e sostituisce ad esso un impulso tutto mentale perdendo ogni contatto con la realtà.
Ombre in un limbo senza anima, l’unico ad averla è il protagonista e lo sappiamo perché nei suoi occhi vibrano, malgrado tutto, due pallide lucine. Tutto inizia in una selva oscura di dantesca memoria per poi trovarci in un complesso mondo di ingranaggi e un’ambientazione tristemente contemporanea. Un’esperienza grafica e sonora che lascia a bocca aperta per quanto tutto rimanga oscuramente sospeso tra l’angoscia e l’onirico.
Un viaggio in un universo fatto di trappole e tranelli sempre più crudeli, come la nostra vita. Il nostro peregrinare per questo mondo avrà una sua fine, non ho intenzione di rovinare il finale a nessuno, vi basti sapere che è uno dei più ermetici e sospesi che mi sia capitato di vivere in un Videogioco.
Per approfondire, una piacevole lettura:
– [i]Arte e Videogames – Neoludica[/i] a cura di Debora Ferrari e Luca Traini. (Amazon.it)
Il recente intervento di Chopinhauer sui giochi indie:
[url=https://leganerd.com/2012/08/02/videogiochi-e-arte-lera-indie-2005-oggi/]Videogiochi e arte: l’era indie (2005-oggi)[/url] (leganerd.com)
Rimando poi al mio primo post dove proposi un’analisi critica sul gioco marchiato Valve: Portal.
[url=https://leganerd.com/2012/05/10/portal-come-oggetto-darte/]Portal come oggetto d’arte[/url] (leganerd.com)
– Sito ufficiale di Limbo (limbogame.org)