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Università Inglese – Prima Parte

Università Inglese - Prima Parte

Prefazione

Salve a tutti. Quest’oggi mi prendo una piccola pausa dalla mia rubrica [Neuro] per scrivere un post che penso possa giovare alla comunità “internettiana”. Come da titolo mi piacerebbe parlare dell’università inglese, sintetizzando tutto quel bagaglio di informazioni che ho potuto raccogliere durante questa mia esperienza all’estero. Quando sono partito, circa sei mesi fa, ho cercato disperatamente queste (ed altre) informazioni in lungo ed in largo nel web. Purtroppo troppo spesso le fonti erano datate o poco precise e alla fine ho realizzato che c’era veramente poco da cercare. Spero con questo mio post, che sarà seguito quanto prima da una seconda parte, di colmare almeno in parte questa lacuna.

Un po’ di “traduzioni”

Credo che un buon punto di partenza possa essere quello di tradurre, dove possibile, alcune delle più frequenti parole “universitarie” dall’italiano all’inglese. In particolare:

Laurea’ (o ‘laurea triennale’, come la chiamano i più, o ‘schifezza’, come la chiama mia nonna) si traduce con ‘Bachelor’s Degree’ spesso abbreviato semplicemente in BA. A differenza di quanto accade in Italia in Gran Bretagna può accadere che alcune lauree “particolari” vengano chiamate con dei nomi specifici. Ad esempio le lauree scientifiche possono essere chiamate ‘Bachelor of Science’, le laurea classiche ‘Bachelor of Arts’, la laurea in musica ‘Bachelor of Music’ e via dicendo.

Il primo problema di traduzione viene invece quando iniziamo a parlare di ‘lauree specialistiche’ (il così detto ‘biennio’, per capirci); infatti quest’ultime, generando qualche confusione, vengono chiamate ‘Master’s Degree’. La confusione nasce dal fatto che in Italia per Master si intende una cosa completamente diversa dalla laurea specialistica. Tale differenza viene spiegata brevemente qui. Anche in questo caso si può distinguere tra ‘Master of Science’, ‘Master of Arts, etc… E’ importante ricordare che i Master’s Degree, a meno che non lavoriate o dobbiate badare alla famiglia, durano solamente un anno contro i due italiani.

Immediatamente dopo il Master’s Degree viene il ‘Ph.D.’. Il titolo di ‘Doctor of Philosophy’ corrisponde al nostro titolo di ‘Dottore di Ricerca’ e, come ci spiega Wikipedia, the term “philosophy” does not refer solely to the modern field of philosophy, but is used in a broader sense in accordance with its original Greek meaning, which is “love of wisdom”. Ottenere un Ph.D. in Gran Bretagna non è semplice; tuttavia il vincitore viene ricompensato con un buono stipendo, molto più alto della controparte italiana (quasi il doppio).

[more]Random fact: l’Italia è l’unico paese al mondo in cui il titolo di “dottore” viene conseguito dopo la laurea (triennale). In tutto il resto del mondo, infatti, il titolo viene riconosciuto solo ed esclusivamente alla fine del percorso di dottorato. Questo vuol dire che il titolo ha sviluppato, all around the world, una forte componente elitaria e viene spesso usato come status symbol (vedi Ross Geller in Friends o Sheldon Cooper & co. in The Big Bang Theory).[/more]

Differenze generali

L’università inglese è molto diversa da quella italiana. Innanzitutto, è un’università più specifica e maggiormente job-oriented. Mentre in Italia ci si laurea ancora in psicologia (al massimo distinzioni tra clinica e cognitiva) in Gran Bretagna è possibile trovare tutto un ampio bagaglio di percorsi, adatti ad ogni esigenza. E’ importante tuttavia non essere ciechi: la preparazione specifica ha indubbiamente dei vantaggi, ma ha anche un buon numero di svantaggi. Purtroppo questa discussione è troppo ampia per poter essere affrontata in questo post; il rischio più grande, comunque, è che alla fine lo studente esca “sapendo tutto della piuma e niente del cuscino” (semi-cit.).

Differenze nel dettaglio

Purtroppo, più si scende nel livello di descrizione e più diventa evidente che l’università inglese è migliore di quella italiana (anche se è importante tenere a mente la differenza di prezzo, vedi sotto). Gli studenti sono generalmente molto più seguiti ed hanno la possibilità di utilizzare strumenti all’avanguardia nel proprio settore. Esistono fondamentelmanete due tipi di lezioni: ‘lecture(s)’ e ‘seminar(s)’. Le lecture corrispondono alle nostre classiche lezioni frontali mentre i ‘seminar’ sono lezioni più particolari in cui generalmente gli studenti sono chiamati a svolgere un compito sotto la supervisione del professore o di un suo assistente. Questo è ovviamente un ottimo modo per imparare passo passo ed essere sicuri di aver ben assimilato le conoscenze spiegate durante le lezioni. Per capirci i ‘seminar’ assomigliano in linea teorica alle nostre ore di laboratorio… Con un’unica differenza: che si impara veramente qualcosa.

I costi

Veniamo ad una nota dolente: i costi. Le università inglesi si stanno sempre più uniformando ai costi delle università americane/australiane. Una brusca accelerazione in questa direzione arriverà proprio dal prossimo anno (Ottobre 2012) grazie/per colpa della manovra di austerity approvata dal governo britannico come misura per combattere la crisi economica. I Bachelor’s Degree, in particolare, passeranno da 3-4.000 pound all’anno, a quasi 6-9.000 pound l’anno. Quest’ultima cifra è sensibile in particolare di un fattore: se l’università prevede la possibilità di finanziare i propri studenti con bassi tassi d’interesse allora può alzare le tasse fino a 9.000 sterline; altrimenti deve tenerle a 6.000. Anche i Master’s Degree subiranno una notevole crescita, comunque più leggera di quella dei Bachelor. I Ph.D., invece, essendo generalmente finanziati da un ente esterno non risentiranno troppo di questa manovra.

Bisogna tuttavia sottolineare che in Gran Bretagna è molto semplice ottenere un prestito da una banca per pagarsi le tasse universitarie. La quasi totalità di persone che conosco, sopratutto gli studenti proveniente dall’esterno dall’unione europea, ha optato per questa scelta. L’idea alla base è che una volta finita la laurea (anche il semplice BA) lo studente abbia ottime possibilità di trovare lavoro (ed effettivamente è così) e quindi di ripagare il prestito. Il contro è che, ovviamente, appena immesso nel mercato del lavoro lo studente si trova a 22-23 anni con 30.000 sterline di debito sulla schiena.

Altro argomento interessante è quello delle borse di studio. E’ possibile infatti ottenere dei veri e propri finanziamenti da parte di enti pubblici che coprano parte delle spese universitarie. Purtroppo vista la grande richiesta queste borse sono difficili da ottenere. In particolare chi viene come noi da un paese dell’unione europea è, paradossalmente, svantaggiato. Questo perché la maggior parte delle borse di studio si divide in: borse per studenti inglesi, rilasciate proprio dal governo inglese, e borse per studenti extra-europei. Perché gli studenti extra-europei vengono avvantaggiati? E’ molto semplice: per loro tutti i degreecostano molto di più (per non parlare degli spostamenti). Per rendere l’idea: per il mio Master’s Degree sto pagando 5000 sterline contro le quasi 14.000 dei miei amici indiani, americani e russi.

Per ottenere una borsa di studio la cosa migliore è chiedere direttamente alla propria università. Un altro modo può essere quello di utilizzare alcuni motori di ricerca o siti specializzati (ne ho linkati un paio alla fine del post) oppure provare a rivolgersi ad una agenzia che si occupa del trasferimento di studenti internazionali. In particolare quest’ultima è un’ottima idea se volete spostarvi molto lontano da casa, come America, Australia o Nuova Zelanda.

Vantaggi/Svantaggi

PRO:

– Lo studente è generalmente più seguito
– Ampio numero di ‘facilities’ a disposizione
– Professori giovani e preparati
– Clima maggiormente disteso e spesso persino informale
– Preparazione job-oriented
– Una volta laureati le possibilità di trovare lavoro sono alte

CONTRO:

– Costi elevati (anche se non come in America)
– Preparazione a volte troppo specifica

Conclusioni

Per questa prima metà dell’articolo penso di aver detto abbastanza, anche se ovviamente ci sarebbero ancora moltissime cose di cui parlare. Prima di scrivere la seconda parte vorrei aspettare una settimana, così da poter raccogliere da parte vostra un buon numero di feedback, consigli e, soprauttto, domande. Se infatti avete qualche perplessità/curiosità questo è il momento giusto di chiedere. Allo stesso modo se dissentite o crediate ci sia un qualche errore nell’articolo non esitate a farvi sentire.

Per ultimo ma non meno importante: se l’articolo vi è piaciuto e lo trovate interessante, fatevi vedere. Commentate, FAVvate, SHARate o quello che volete. Ma date un segno del vostro apprezzamento. Il mio ego, come quello di gran parte degli autori, ha bisogno di essere alimentato così da essere incentivati a scrivere articoli sempre di più alta qualità nell’interesse della comunità stessa.

NOTA BENE!
Se sei arrivato su questa pagina attraverso Google o più in generale vuoi avere quante più informazioni possibili sull’argomento, ti consiglio di leggere anche i commenti con le relative risposte. Non mi è stato infatti possibile integrate tutte le domande/risposte nel testo (e probabilmente non mi sarà possibile farlo neanche nel prossimo articolo) nonostante siano state poste tutte questioni più che interessanti. Ho quindi cercato di rispondere a tutte le domande fattemi con il massimo livello di dettaglio possibile così da poter considerare i commenti come un continuous dell’articolo stesso.

[more]Piccola anticipazione
Nella seconda, terza e quarta parte parleremo:
– Eventuali problemi nel riconoscimento delle lauree
– Sistema di marking e di quanto il voto incida sulla possibilità di trovare lavoro
– Quanto il buon nome dell’università incida sulla possibilità di trovare lavoro
– Il concetto di ‘quality assurance’
– Eventuale problema della lingua
– Vita sociale all’interno dell’università
– Come scegliere l’università giusta
– Struttura dei corsi e degli esami!
[/more]

Live long and prosper!

Approfondimenti & Link

Seconda parte: Università Inglese – Seconda Parte
Terza parte: ancora da pubblicare.
Quarta parte: ancora da pubblicare.
Borse di studio: qui e qua

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