Un app per aiutare i non vedenti ad orientarsi nella metropolitana, il progetto di due università di New York

Un team di ricercatori della NYU Tandon School of Engineering e della Grossman School of Medicine hanno creato un’app per aiutare le persone con disabilità visive a navigare nel sistema metropolitano di New York City. Commute Booster utilizza la fotocamera dello smartphone per riconoscere i segnali rilevanti lungo un percorso di trasporto pubblico, guidando l’utente verso la destinazione desiderata e ignorando i segnali e i manifesti non essenziali.

Commute Booster è progettata per la “fase intermedia”, in cui i passeggeri attraversano i tornelli, i corridoi affollati e i terminali. L’app combina un database standardizzato e pubblicamente disponibile sulle rotte di trasporto pubblico con il riconoscimento ottico dei caratteri per interpretare i segnali e guidare di conseguenza l’utente. “Integrando questi due componenti, Commute Booster fornisce un feedback in tempo reale agli utenti riguardo alla presenza o assenza di segnali di navigazione pertinenti all’interno del campo visivo della fotocamera del loro telefono durante il viaggio”, recita una comunicazione stampa della NYU pubblicata oggi.

L’app è già stata testata sul campo. Uno studio condotto in tre diverse stazioni della metropolitana di New York ha avuto un tasso di successo del 97% nell’identificare i segnali pertinenti necessari per raggiungere la destinazione.

“La ‘fase intermedia’ spesso comporta la negoziazione di una complessa rete di corridoi sotterranei e piattaforme della metropolitana. Può essere pericolosa per le persone che non possono fare affidamento sulla vista”, ha detto John-Ross Rizzo, MD, professore della NYU (e co-autore del paper). “La maggior parte delle app di navigazione abilitate al GPS riguarda solo le ‘prime’ e ‘ultime’ fasi del percorso, quindi non riescono a soddisfare le esigenze dei pendolari non vedenti o ipovedenti. Commute Booster è destinata a colmare questa lacuna.”

La prossima fase dello studio prevede un ulteriore test, con una platea di volontari più ampi, all’interno di alcuni scenari d’uso più ampi. Superato anche questo step, i ricercatori intendono rendere l’app pubblicamente disponibile in modo completamente gratuito.

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