Oltre Darwin

Una ricerca nata dalla collaborazione tra Universities of Exeter and Bath(UK) con la San Diego State University (USA), pubblicata su Nature, cerca di spiegare i meccanismi più complessi che operano dietro il basilare concetto di selezione naturale ed evoluzione darwiniani.

Cosa succede se mettiamo un pool di diverse specie batteriche in un contenitore isolato e pieno di tutti i nutrienti, e li facciamo crescere per centinaia di generazioni (l’equivalente di 3000 anni per l’uomo)?
Semplice: le specie più adatte dovrebbero sopravvivere, le altre estinguersi.

Ma NON succede così, dopo l’incubazione si trovano ancora moltissime specie batteriche, sia molto efficienti nella conversione cibo->energia, sia molto poco efficienti.

Perché?
Modelli elaborati suggeriscono che l’equilibrio è in realtà molto complesso. Bisogna tener conto del tasso di mutazioni e dell’efficienza di utilizzo del cibo.
Si è osservato che i batteri più efficienti nell’uso del cibo vanno in crisi quando c’è troppo cibo nell’ambiente. Viceversa quelli meno efficienti sono più a loro agio con tanto cibo.
Inoltre i batteri più efficienti sono anche quelli meno tolleranti agli errori genetici, viceversa i meno efficienti sono più resistenti alle mutazioni. Quindi il tasso di mutazioni dell’ambiente influenza lo sbilanciamento del predominio tra le specie.

I processi di selezioni sono molto più complessi di quanto può sembrare già a livello microbico. Questi studi possono aiutarci a comprendere meglio la variabilità microbica, con particolare attenzione all’evoluzione dei batteri patogeni, ma anche all’evoluzione delle specie in microambienti dell’uomo come intestino, pelle, vagina, bocca, dove la presenza di certe specie batteriche è essenziale per la buona salute.

Fonte: ScienceDaily
Immagine trovata casualmente qui.

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