Ipertensione: quasi 2 milioni di giovani in Italia rischiano infarto e ictus

In Italia, un numero preoccupante di giovani soffre di ipertensione, con quasi 2 milioni di individui sotto i 35 anni che presentano pressione sanguigna al di sopra dei valori normali di 120/80 mmHg. Inoltre, si è scoperto che fino al 4% dei bambini tra i 6 e gli 11 anni ha valori di pressione alterati senza nemmeno saperlo.

Questi dati allarmanti emergono in occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2023, che si celebra il 29 settembre, e sono stati forniti dagli esperti della Società Italiana di Cardiologia (SIC), che fanno riferimento a un ampio studio svedese appena pubblicato sugli Annals of Internal Medicine. Secondo questo studio, essere ipertesi in tarda adolescenza aumenta significativamente il rischio di problemi cardiovascolari da adulti, come l’infarto prima dei cinquant’anni e l’ictus prima del pensionamento.

La SIC ha quindi formulato una serie di raccomandazioni cruciali per affrontare questo problema crescente. La prima raccomandazione è iniziare a misurare la pressione sanguigna già durante l’adolescenza, per identificare precocemente eventuali anomalie. Inoltre, è fondamentale mantenere un peso corporeo adeguato attraverso una dieta equilibrata che includa abbondante frutta, verdura e cerali integrali, e che sia povera di sale, grassi saturi e zuccheri.

Un altro punto chiave è l’aumento dell’attività fisica di almeno 150 minuti alla settimana, unito al divieto di fumo e alcol, entrambi dannosi per il cuore e i vasi sanguigni. Infine, è importante insegnare ai giovani a gestire lo stress, poiché questo contribuisce all’aumento della pressione arteriosa ed è un elemento di rischio comune tra i giovani adulti, come afferma Francesco Barillà dell’Università di Roma Tor Vergata. Queste raccomandazioni sono valide anche per i giovani ipertesi, che solitamente non richiedono farmaci per il controllo della pressione.

Il Presidente della SIC, Pasquale Perrone Filardi, sottolinea l’importanza di tali raccomandazioni sulla base dei solidi dati provenienti dalle università svedesi di Umea e Uppsala. Questi dati dimostrano che tra i diciottenni con valori di pressione elevati, circa il 29% presentava valori superiori alla norma e il 54% poteva essere classificato come iperteso. Nel corso degli anni, questi individui hanno mostrato un graduale e significativo aumento del rischio di eventi cardiovascolari, con un decimo degli adolescenti ipertesi che ha subito un infarto o un ictus prima del pensionamento.

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