Maculopatia: primo impianto di retina artificiale in Italia

retina artificiale maculopatia

Si parla di un microchip minuscolo che ha la funzione di captare la luce nell’infrarosso. Poi genera stimoli elettrici per restituire un’utile visione nei pazienti affetti da degenerazione maculare. Il nuovo impianto è il primo ad essere creato in Italia dentro al progetto internazionale PRIMAvera, presso l’AO San Giovanni Addolorata di Roma.

È uno studio clinico contro la cecità mirato in particolar modo alla degenerazione maculare. Questa sindrome è legata all’età di tipo atrofico sviluppata in stadio terminale di atrofia geografica. Tale studio è stato già intrapreso all’estero.

 

Congratulazioni a tutta l’equipe dell’Ospedale San Giovanni che ha eseguito l’intervento che dimostra, ancora una volta il Lazio è all’avanguardia nelle nuove frontiere della medicina, la sanità del Lazio è un’eccellenza e un punto di riferimento. Inoltre, coniugare la competenza professionale dei nostri medici e operatori sanitari con la possibilità di innovazione tecnica e strumentale nei nostri ospedali, grazie agli importanti investimenti che abbiamo avviato attraverso il PNRR, ci consente di portare avanti interventi che fino a qualche tempo fa erano impensabili ma che oggi sono una realtà.

Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità della Regione Lazio

 

 

La nostra azienda ospedaliera ha scelto di investire in innovazione e ricerca per migliorare i servizi e aumentare gli esiti in termini di efficacia. I nostri professionisti inoltre hanno l’opportunità, grazie agli importanti investimenti che la Regione Lazio ha scelto di fare, di utilizzare le migliori attrezzature.

Tiziana Frittelli, direttore generale dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma

 

 

Lo studio si prefigge infatti di restituire una visione utile nei pazienti che hanno perso completamente la visione centrale (assenza di percezione luce) a causa della AMD di tipo atrofico evoluta allo stadio terminale di GA. Il ripristino della visione ottenuto grazie all’impianto della protesi sottoretinica consente di produrre una stimolazione visiva e, attraverso le vie ottiche, la ricezione dello stimolo visivo da parte della corteccia cerebrale, permettendo infine il riconoscimento di numeri e lettere e di ricostruire parole complesse.

dottor Pileri

 

 

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