Kota Koti: il caso della living doll

LEGANERD 047663
Non sono cattiva, è che mi photoshoppano così…

Dakota Rose Ostrenga, aka Kota Koti, è un genio.

Questa giovane bambola vivente è approdata in Giappone grazie alla circolazione crescente e inarrestabile dei suoi video blog di YouTube. L’aspetto surreale della sedicente sedicenne l’ha consacrata a idolo nel paese del Sol Levante, tanto da farla divenire un modello (imitato ma da non imitare) e assumere sulla fiducia dalla Bravo Models di Tokyo.

Tanta fiducia non si deve alla fortuna ma ad un’attenta pianificazione, una buona base fornita da madre natura, anni di pratica con Photoshop ed After Effects, il tutto saldato da una notevole faccia tosta e un paio (di migliaia) di piccole bugie (e la probabile complicità di mammina e sorella).

Nasce nel ’93 ma sostiene candidamente “I’m sixteen” dal 2009.

I suoi fan rifiutano di credere la piccola dollfie capace di ritoccare le proprie foto per ingannarli (forse non hanno mai acquistato riviste per donne), e si appellano all’inequivocabile verità che i video non possono essere ritoccati (forse non hanno mai visto un video di Lady Gaga).

Il fato vuole che dopo il contratto la giovane Barbie abbia dovuto mostrarsi sul grande schermo, rivelando forme graziose ma decisamente meno manga del previsto.

Da quel momento è iniziata una meticolosa opera di censura del video incriminante da parte di mamma Kota nei panni di una fantomatica compagnia che afferma di possederne i diritti, riuscendo a farlo sparire dal Tubo, dove attualmente se ne trova solo la versione accuratamente tagliata.

Così va per Dakota.

Anni di foto e video artefatti (che messi in sequenza sono la prova tangibile che la pratica rende perfetti), studio della lingua orientale, lattucci di soia e cuoricini fatti con le mani, non sono stati sufficienti a camuffare la realtà. Nè tanto meno un passato di affermazioni omofobe e razziste (alla faccia del kawaii).

Per sua fortuna il mondo è pieno di allodole, e mentre piccoli gruppi si accaniscono per smascherarla, altri tentano di coprirne le tracce (la Bravo Models in primis) permettendo a migliaia di romantiche menti di credere ancora una volta nelle favole.

Link:
Il video Incriminante (sperando non sparisca anch’esso)

Fonti (inglesi):
ElivaHellena blog
Encyclopedia Dramatica

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