Midnight in Paris

Salve a tutti,
la mia ultima recensione risale a circa un anno fa. In realtà io l’ho scritta e il boss il capo Itomi l’ha pubblicata, ma sempre figlia mia è… in ogni caso, spero di non essermi arrugginito, dato che allora, quel poco che avevo scritto mi aveva premiato con il passaggio ad autore :)

Oggi vi allieterò con qualcosa su un film davvero bello: Midnight in Paris.

Recensione

È un gran bel film, chi non lo avesse già visto, vada immediatamente al cinema e paghi il biglietto; è uno di quei pochi film che merita dei soldi, anche in un periodo di recessione come questo.

In linea generale posso dire, come per ogni film, che vi deve piacere lo stile… uno stile che rispecchia completamente quello del regista; uno stile che, anche se non si riesce a definirlo a parole in modo esaustivo, sai che appartiene a Woody Allen e lo riconosci immediatamente dopo poche scene; è un film disegnato per lui, da lui e con lui. Il creatore dell’opera, però, nel film non c’è. La sua scelta di non recitare, considerato appunto che la pellicola sia SUA (sotto tutti i punti di vista), potrebbe risultare un passo falso, ma, al contrario, è un bel coupe de theatre: Owen Wilson è magnificerrimo, dopo questa performance credo che dovrebbe ricevere la nomination agli oscar come miglior attore; spesso e volentieri sembra proprio di vedere Allen muoversi nei suoi panni e il film non perde assolutamente in bellezza.

Solo per la recitazione il film merita di essere visto, se poi lo stile rientra nella vostra cerchia intellettuale… beh!!! fiondatevi al cinema, anche se probabilmente lo avrete già fatto.

Per tutti gli altri: il film non è mieloso e romantico con valori assoluti degni di una partita di basket con un scala in decimi (nota: sinceramente rileggendo questa ultima frase, mi do del coglione da solo, ma voglio lasciarla per farmelo dire da voi). Vi è un pizzico di romanticismo, di magia, di amore, di divertimento, gelosia, intrigo, mistero, arte, cultura, ironia; è un mix alla Allen ed è un mix di successo. C’è un'ensemble di volti dell’arte che fa impressione e si fa spesso fatica a capire se sono tutti rappresentazione di personaggi famosi o no: troviamo E.Degas, S.Dalì (“io vedo un rinoceronte” cit.), E.Hemingway, S.Fitzgerald, … una minima rinfrescata sul panorama culturale degli anni ’20, non farà male, se avete in programma di passarvi un po’ di tempo in poltroncina.

Sono andato a vedere il film perché tutti ne parlavano bene e io non potevo credere che, di colpo, migliaia di persone si trovassero d’accordo sullo stesso film, definendolo positivo. Sono qui a scrivere la recensione perché vi assicuro che quel gruppo di persone ha un nuovo membro.

Ecco a voi la trama (da Wikipedia), qualche immagine e il trailer in un ordine ad minchiam.

Trailer

[spoiler]

Trama

Gil e la sua fidanzata Inez sono in vacanza a Parigi con la famiglia e con due amici in cui si sono casualmente imbattuti. Gil è uno sceneggiatore di successo che, stanco della vita e del mondo di Hollywood, si prende una vacanza per trovare l’ispirazione necessaria a completare il suo primo romanzo, compito in cui viene scoraggiato costantemente da Inez e dagli altri amici, che sminuiscono le sue aspirazioni letterarie e ritengono pragmaticamente la carriera di sceneggiatore preferibile a quella di scrittore.
Rimasto solo a passeggiare in solitudine nella notte parigina, gli si accosta una vecchia automobile con a bordo una comitiva di amichevoli sconosciuti che gli offrono un passaggio, che Gil accetta […]. L’aspirante scrittore, si ritrova così trasportato nella Parigi dei ruggenti anni Venti […]. Nella sua permanenza negli anni Venti, Gil incontra celebri scrittori e artisti da lui molto ammirati, come Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald in compagnia di Zelda, Gertrude Stein e Salvador Dalí, da cui riceve consigli di scrittura e di vita e una serie incredibile di altri personaggi, Pablo Picasso, Henri Matisse, T. S. Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter.
Così, mentre vive in quella che considera l’Età dell’oro, si innamora di Adriana, già compagna di Picasso e Modigliani: i due subiscono lo stesso incanto e si ritrovano proiettati nel Maxim’s della Belle Époque, l’epoca vagheggiata da Adriana come la sua età dell’oro, in cui incontrano Toulouse-Lautrec , Paul Gauguin, Edgar Degas. […] – Boh, che volete di più… andatevelo a vedere!!![/spoiler]

Gallery

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Post Scriptum

I suggest to watch this movie in English. I had the pleasure to watch some scenes and they had a really different effect in original sound.

Commenti

@Laido: [spoiler]
Visto in lingua originale e devo ammettere che l’ho preferito al precedente. Simpatica, anche se non nuova, l’idea di utilizzare richiami ai personaggi storici (riuscitissimo Hem!) e piacevole lo sfondo della Parìs degli anni’20. Sono stato sorpreso anche io dall’interpretazione di Owen Wilson, che non ritenevo adatto a rappresentare Allen.
Devo però dire a malincuore che l’età si è fatta sentire sul vecchio Woody… ammiro la sua produttività costante ma IMHO di volta in volta le sue commedie si fanno meno pungenti, così come il suo storico cinismo (che invece IRL continua a contraddistinguerlo) starà maturando? Non credo tornerà a regalarci opere come “Manhattan”, “Love & Death”, “Io & Annie” o “Harry a pezzi”, ma resta un grande!
[/spoiler] (critica positiva, nessuna spoilerata significativa)

@Ernazio: [spoiler]

Premesso che apprezzo Allen e ADORO Owen Wilson mi sento di dissentire. Dopo 8 minuti di film capire che gli interpreti sono sempre i soliti miliardari che girano il mondo tra alberghi di lusso comprando sedie da 18 milioni di dollari mi fa girare veramente le palle, come in “Mangia, Prega, Ama” dove troviamo Julia Roberts che gira il mondo per un anno intero senza lavorare… mi sono rotto il cazzo di tutti sti mega miliardari annoiati dalla vita che si permettono il lusso di diventare scrittori (vedi Wilson) o girare il mondo (vedi la Roberts). (na: guarda che Wilson fa lo sceneggiatore, lavora, ha lavorato e ha guadagnato)
Detto questo, Allen ha un idea geniale, riportare in “vita” tutti i pezzi grossi del tempo. Però, lo fa così? WTF! cioè davvero dedica un solo minuto a Dalì, (DALIIIII) 8 minuti a Picasso e via dicendo? cioè stiamo scherzando??? ha la possibilità di far vedere al pubblico persone che hanno cambiato il corso della storia e lo fa così? dando a Fitzgerald del festaiolo e descrivendo Hemingway come un cacciatore di leoni??
mi dispiace ma non mi convince proprio, non esiste!
Se non fosse chiaro mi ripeto, adoro Allen…. ma sono abituato a vedere sempre con occhio critico ed a mio modestissimo parare, trovo che ormai gli stiano dando troppa libertà…. parliamoci chiaro, se il film fosse stato di un giovane emergente la critica l’avrebbe rovinato dopo neanche 2 giorni.
[/spoiler] (critica negativa, tante spoilerate)

@Punkfish: [spoiler]

Allen è riuscito a trasmettere le sensazioni e gli stati d’animo di un’ambiente completamente diverso dal nostro (seppur romanzato). O.Wilson ha sfoderato una performance del tutto rinnovata trovandosi nei panni di un W.Allen sempre balbettante, impacciato e con le mani in tasca. Un immagine che lo allontana dalla solita facciata di attore pseudo comico, capace solo di cinepanettoni all’americana. Ho trovato gli artisti storici coerenti e mi sono piacevolmente trovato inserito in un gioco di riconoscimento dei personaggi destinato solo ad un élite e non al solito target di massa. Perché parliamoci chiaro sono bravi tutti a criticare Hemingway e Dalì (stereotipati e ridotti quasi a macchiette) ma quelli da apprezzare erano ben altri, come Daguerre, Man ray, Falkner, Buñuel, Porter e tutti quegli altri che l’italiano medio (citando M.Capatonda) non sanno manco chi sono e cosa hanno fatto. (si certo questo film non è destinato a loro, direte voi). W.Allen è tornato “il solito di sempre” e dopo diversi film, discutibili, è riuscito a trovare quella – continuità nel cambiamento – a cui tutti gli artisti aspirano.
[/spoiler] (critica positiva, qualche spoilerata)

Chiusura

Buona visione :popcorn:
Via: me
Source: WikipediaimDB – UciCinemas

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