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[quote]La nanotecnologia rende vero quello che apparentemente è impossibile: catturare il calore del sole per rilasciarlo dopo, quando e dove ne avete più bisogno.[/quote]

I ricercatori del MIT hanno scoperto un [url=http://web.mit.edu/newsoffice/2011/update-energy-storage-0713.html]modo[/url] di fondere i nanotubi di carbonio, attualmente i beniamini dei media nel mondo della chimica, con un materiale solitamente utilizzato per immagazzinare energia termica. In tal modo hanno scoperto qualcosa di incredibile, una nuova sostanza chimica, molto più economica rispetto alla concorrenza, in grado di immagazzinare l’energia solare termica, mantenendo quasi la stessa densità, una sorta di marmellata di energia elettrica in batterie di litio-ioni. Che cosa potrebbe dire? Se siamo fortunati, nelle parti più soleggiate del mondo, potrebbe significare la fine per le bollette di riscaldamento a casa, ma questo è solo l’inizio.

È molto più economico di un tentantivo fatto in precedenza che conteneva il [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Rutenio]rutenio[/url], materiale raro e costoso, riesce anche ad immagazzinare energia circa 10.000 volte più densamente rispetto ai suoi concorrenti.

I vantaggi di questo nuovo materiale sono innumerevoli, è economico e non degrada, può essere riciclato giorno dopo giorno, a differenza di altri sistemi che catturano l’energia solare e la convertono in energia elettrica, essa può immagazzinare e rilasciare calore. Si tratta di un materiale sperimentale, ma il team del MIT sta già cercando di migliorare e adattare la nuova tecnologia.

Il materiale funziona così: le molecole sono semplicemente esposte alle radiazioni della luce solare, l’energia in arrivo interagisce con le molecole e fa sì che alcuni dei loro legami chimici sapientemente progettati, si eccitino. Questo significa che una piccola scheggia di energia è immagazzinata in ciascun bond, e se avete migliaia di miliardi di molecole a disposizione nel volume di un materiale, questa energia può accumularsi rapidamente. Per scaricare questa batteria solare termo-chimica, è necessario un trigger, come un piccolo scoppio di calore o di un materiale catalizzatore, e i legami chimici cominciano a tornare di nuovo al loro stato di riposo, rilasciando l’energia immagazzinata sotto forma di calore.

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