Il piano per raffreddare la Terra: giganteschi ombrelli da inviare nello spazio per schermare il sole

L’innovazione nel campo della lotta al cambiamento climatico non conosce limiti, e uno degli ultimi progetti che cattura l’attenzione è Cool Earth, sviluppato da un team di ricercatori del Technion-Israel Institute of Technology. L’idea principale è di creare un’enorme ombra, grande quanto l’Argentina, per bloccare parzialmente la luce solare e mitigare gli effetti del riscaldamento globale sulla Terra.

Il Concetto

Il progetto prevede l’utilizzo di un ombrello costituito da vele solari leggere (il team non ha condiviso i dettagli sui materiali che saranno utilizzati), ancorate a un’unità a energia solare. Questo mastodontico parasole dovrebbe essere composto da circa 2,5 milioni di pezzi, e il team di ricerca si propone di costruire un prototipo di circa 9 chilometri quadrati, entro il 2027. La posizione strategica del parasole sarebbe il “punto di Lagrange” L1, situato a oltre nove milioni di chilometri dalla Terra, dove le forze gravitazionali del Sole e del nostro pianeta si bilanciano. In questo punto cosmico, ci sono regioni di attrazione e repulsione potenziate. Questa posizione, secondo il team, consentirà un’ombreggiatura costante su una porzione gigante del nostro pianeta. Il satellite dimostratore eseguirà un movimento variabile verso il sole e verso la Terra, controllando la vela di ombreggiamento”, ha dichiarato il team.

L’Obiettivo

Secondo Yoram Rozen, leader del progetto Cool Earth, l’ombrello gigante potrebbe ridurre la temperatura della Terra di 2,7 gradi Fahrenheit (- 16 gradi Celsius, circa) entro due anni dall’implementazione. Sebbene il progetto abbia suscitato interesse e ottimismo, ci sono diversi aspetti da considerare.

Critiche e Sfide

I critici sollevano questioni riguardo ai costi e alla fattibilità della megastruttura. Stimato in trilioni di dollari (centinaia di miliardi di euro), il progetto è stato definito “astronomicamente costoso”. Alcuni esperti mettono in dubbio la sua realizzabilità entro i tempi necessari, sottolineando che i fondi potrebbero essere meglio investiti in soluzioni che lavorino di più sul nostro pianeta, piuttosto che nel cosmo, per ridurre le emissioni e rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera terrestre. Il fisico di Harvard Avi Loeb ha commentato così il progetto: “La costruzione di una qualsiasi di queste “megastrutture” nello spazio sarebbe molto costosa e richiederebbe un’importante collaborazione internazionale attraverso la riallocazione di fondi dai bilanci militari a scopi pacifici“. Un parasole sarebbe solo una parte della soluzione, poiché l’atmosfera terrestre continuerebbe a intrappolare il calore sotto forma di emissioni di gas a effetto serra. I critici hanno dichiarato al NYT che un parasole sarebbe incredibilmente proibitivo in termini di costi e poco realistico, dato il ritmo con cui il riscaldamento globale sta accelerando. Per non parlare poi delle sollecitazioni che un parasole del genere dovrebbe essere in grado di sopportare mentre è esposto nello spazio. I sostenitori, invece, dicono che non dovremmo lasciare nulla di intentato per trovare soluzioni al cambiamento climatico.

Visioni Contrapposte

Morgan Goodwin, direttore esecutivo della Planetary Sunshade Foundation, vede il parasole come una possibilità per il futuro, soprattutto con la diminuzione dei costi dei viaggi spaziali.  Il progetto Cool Earth è una dimostrazione di quanto la creatività umana sia pronta a esplorare soluzioni audaci per affrontare la crisi climatica. Mentre alcuni sono scettici riguardo alla sua fattibilità, altri vedono nel parasole spaziale un potenziale strumento nella nostra lotta contro il riscaldamento globale. Resta da vedere se il prototipo avrà successo e come la comunità scientifica e globale reagirà a questa proposta innovativa.

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