Un nuovo dispositivo semplifica la desalinizzazione riducendo l’utilizzo dei prodotti chimici, aumentando la sostenibilità e risparmiando ben 20 centesimi al metro cubo. I ricercatori in questione hanno sviluppato degli elettrodi di carbonio che pare rimuovano in modo efficiente il boro dell’acqua di mare, andando a sostituire prodotti chimici costosi utilizzati nella desalinizzazione.
Una vera svolta quella avanzata da un team di ingegneri che operano nell’Università del Michigan e nella Rice University, segnando un progresso importante nel rendere l’acqua di mare sicura da bere. “Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia che è abbastanza scalabile e può rimuovere il boro in modo efficiente dal punto di vista energetico rispetto ad alcune delle tecnologie convenzionali”. Questo quanto affermato da Jovan Jamcev, professore associato di ingegneria chimica e scienza e ingegneria macromolecolare presso l’UM e coautore corrispondente dello studio.
Ideato dispositivo che semplifica il processo di desalinizzazione
Al fine di risolvere il problema, gli impianti di desalinizzazione aggiungono in genere una base per trasformare l’acido borico in una forma caricata negativamente. Una volta rimosso questo boro carico in una seconda fase di osmosi inversa, la base viene naturalizzata utilizzando l’acido.
Questo nuovo dispositivo va a semplificare il processo, riducendo così la necessità di sostanze chimiche ed energia extra. Un’innovazione che va a migliorare la sostenibilità ambientale e riduce i costi fino al 15%, risparmiando 20 centesimi per metro cubo di acqua trattata. “Il nostro studio presenta una piattaforma versatile che sfrutta i cambiamenti di pH che potrebbero trasformare altri contaminanti, come l’arsenico, in forme facilmente rimovibili”.
Queste le parole di Menachem Elimelech, professore di Ingegneria civile e ambientale e Ingegneria chimica e biomolecolare presso la Rice University. I gruppi funzionali sull’elettrodo si possono modificare per legarsi a vari contaminanti, permettendo un trattamento dell’acqua più efficiente dal punto di vista energetico. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Water.