Gli ingegneri di Princeton hanno sviluppato una tecnica di stampa 3D per produrre plastiche morbide che siano dotate di una certa elasticità e flessibilità, programmate e riciclabili così come poco costose. Lo studio è stato effettuato da un gruppo di ricercatori con a capo Emily Davidson, i quali hanno riferito di aver utilizzato una classe di polimeri chiamati elastomeri termoplastici per creare delle morbide strutture stampate in 3D con rigidità regolabile.

Gli ingegneri nel dettaglio hanno progettato l’intero percorso di stampa utilizzando la stampante 3D ed hanno così programmato le proprietà fisiche della plastica, in modo tale che un dispositivo possa allungarsi e si possa flettere ripetutamente in una direzione, rimanendo però rigido dall’altro.

plastica stampata in 3D flessibile

Le plastiche stampate in 3D potrebbero aprire la strada a nuovi utilizzi futuri

A parlare è stato il professore associato di ingegneria chimica e biologia, Davidson, il quale ha affermato che questo tipo di approccio all’ingegneria di materiali morbidi progettati, potrebbe avere diversi utilizzi. Con questa tecnica potrebbero essere progettati robot morbidi, caschi leggeri e resistenti, dispositivi medici e protesi, suole di scarpe personalizzate.

I ricercatori hanno introdotto una nuova tecnologia che rivoluziona la stampa 3D tradizionale I ricercatori hanno introdotto una nuova tecnologia che rivoluziona la stampa 3D tradizionale

I ricercatori per lo sviluppo di queste nuove plastiche estendibili hanno utilizzato un tipo di copolimero a blocchi che va a formare delle strutture cilindriche rigide spesse all’incirca 5-7 nanometri, dentro una matrice polimerica elastica. Per orientare poi questi cilindri in una scala nanometrica, i ricercatori hanno utilizzato la stampa 3D, facendo in modo che fossero duro in una direzione e morbido dall’altra. “L’elastomero che stiamo utilizzando forma nanostrutture che siamo in grado di controllare“, ha dichiarato Davidson.

Quest’ultimo ha anche aggiunto che uno degli obiettivi del progetto pare fosse quello di creare dei materiali morbidi con delle proprietà meccaniche localmente regolabili, in modo da renderle anche più convenienti per l’industria. I ricercatori adesso sperano di poter esplorare nuove architetture stampabili in 3D che saranno compatibili con applicazioni come l’elettronica indossabile ed i dispositivi biomedici.