In un recente studio svolto dai ricercatori dell’Università di Washington, è stato scoperto che i becchi dei colibrì hanno una molteplice funzione. Il team ha dimostrato che, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il becco di un colibrì lavora di concerto con la sua lingua, aprendosi e chiudendosi in varie sezioni mentre beve. Questa rapida coordinazione consente all’uccello di estrarre rapidamente il nettare, aiutandolo a risparmiare energia.
Questi uccellini, che si trovano soprattutto nelle Americhe, sono famosi per la loro incredibile capacità di librarsi sul posto, grazie alla loro struttura alare unica. Le loro ali battono a velocità strabilianti – fino a 80 battiti al secondo in alcune specie – che crea il caratteristico ronzio che dà loro il nome. Hanno anche un’agilità straordinaria, volando non solo in avanti ma anche all’indietro, lateralmente e persino a testa in giù.
Ciò che distingue i colibrì è il loro metabolismo elevato. Per alimentare il loro movimento costante, si nutrono del nettare dei fiori, usando i loro lunghi becchi e lingue specializzate per raggiungere in profondità i fiori. Mangiano anche insetti e ragni per le proteine, mantenendo la loro dieta equilibrata.
Funzione del becco del colibrì: i risultati di un nuovo studio scientifico
“La maggior parte dei colibrì beve mentre è in volo a metà volo“, ha detto Rico-Guevara, che è anche curatore di ornitologia presso il Burke Museum of Natural History and Culture dell’Università del Wisconsin. “Volare dritto a velocità di pendolarismo consuma meno energia rispetto al volo stazionario per bere”. I colibrì cercano di ridurre al minimo l’energia e di bere il più velocemente possibile, il che richiede adattamenti speciali per velocità ed efficienza.
Filmando i colibrì al rallentatore in siti sul campo in Colombia, Ecuador e Stati Uniti, i ricercatori hanno scoperto che il becco svolge un ruolo essenziale: il colibrì apre solo la punta del becco per estendere la lingua, dopo che la lingua ha raccolto il nettare, la punta del becco si chiude. Per estrarre ulteriormente il nettare, la parte centrale del becco rimane chiusa mentre la base si apre leggermente. La punta si apre di nuovo, ripetendosi 10-15 volte al secondo.