La scienza dei materiali è in continuo sviluppo e proprio di recente i ricercatori dell’Università di Chicago e dell’Argonne National Laboratory hanno compiuto importanti passi avanti. Ma esattamente, di cosa stiamo parlando? La risposta è legata allo sviluppo di una tecnica nuova ed efficace grazie alla quale poter legare i diamanti ad una varietà importante di materiali.

Tra questi ad esempio non possiamo non menzionare alcuni substrati molto comuni come lo zaffiro e il silicio. Il metodo scoperto dai ricercatori e grazie al quale poter legare i diamanti ad altri materiali senza alcuno strato intermedio è caratterizzato da un processo che a sua volta si divide in due fasi.

L’analisi delle due fasi

Nella prima fase vengono trattate le superfici del diamante e quelle del materiale del substrato con l’unico obiettivo di renderli attraenti da entrambe le parti. Si tratta di un trattamento in grado di creare sulla superficie dei diamanti dei legami definiti “penzolanti” grazie ai quali diventa “appiccicoso“. Nella seconda fase poi le due superfici vengono unite con molta cura, l’obiettivo è assicurarsi che siano piatte. A rafforzare il legame è quindi un processo di ricottura in grado di renderlo tanto robusto da poter resistere senza alcun problema ai successivi processi di nanofabbricazione.

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Infine, sempre parlando di tale metodo innovativo, occorre precisare che mentre nei metodi precedenti venivano utilizzati dei pezzi di diamanti più grandi e allo stesso tempo microscopici ecco che adesso è consentita l’integrazione, con altri materiali, di membrane di diamante sottilissime. Esattamente fino a 100 nanometri.