La Turchia ha bloccato l’accesso a Discord, popolare piattaforma di messaggistica istantanea, in seguito a una decisione del tribunale che sostiene che l’azienda con sede a San Francisco si sia rifiutata di condividere le informazioni richieste su alcune indagini in corso.
Il ministro della Giustizia, Yilmaz Tunc, ha specificato che il blocco è motivato dal “forte sospetto” che la piattaforma venga usata per compiere crimini particolarmente odiosi, tra cui la diffusione di oscenità e soprattutto abusi sessuali sui minori.
I commenti che celebravano un assassino misogino
La decisione di bloccare Discord arriva dopo un’ondata di indignazione pubblica scaturita dall’omicidio di due donne a Istanbul, commesso da un ragazzo di 19 anni. Sui social media sono circolati molto alcuni post condivisi proprio su Discord, dove alcuni utenti avevano celebrato l’assassinio, sollevando serie preoccupazioni sull’uso della piattaforma per istigare alla violenza e commettere altri cimini.
Le autorità turche, attraverso l’Autorità per le Tecnologie dell’Informazione e la Comunicazione (BTK), hanno formalizzato la decisione di vietare l’accesso al servizio, una mossa che conferma le crescenti tensioni tra il governo turco e le grandi aziende tecnologiche straniere, soprattutto in materia di condivisione dei dati.
Il braccio di ferro tra Ankara e le piattaforme tech
Non è la prima volta che la Turchia intraprende azioni contro piattaforme di comunicazione internazionali: il governo di Ankara ha spesso accusato i social media di essere terreno fertile per contenuti illegali e di essere poco collaborativi nei confronti delle autorità. La decisione della Turchia segue il recente ban contro Discord inflitto dalle autorità russe. Ma in quel caso il pretesto usato era diverso: il Cremlino sostiene che Discord venisse usato per promuovere propaganda contro “l’operazione speciale” in Ucraina.