Sempre più spesso si sente parlare di intelligenza artificiale ma quello che molti non sanno è che proprio questa potrebbe essere la causa di alcuni seri problemi per i dipendenti. A rivelarlo è stato uno studio sull’intelligenza artificiale e i carichi di lavoro dei dipendenti.

Nello specifico secondo quanto emerso da tale studio il 77% dei dipendenti che utilizzano l’intelligenza artificiale, indicata anche con la sigla AI, sembrerebbero aver rivelato che proprio questa tecnologia non solo ha aumentato il carico di lavoro ma favorisce anche il burnout. Questa è l’espressione con la quale si fa riferimento ad un insieme di sintomi legati ad una pesante e persistente condizione di stress legato al contesto lavorativo.

La scoperta di Upwork

Per i dirigenti delle aziende l’intelligenza artificiale ha sempre rappresentato un’ottima alternativa per aumentare la produttività dei dipendenti. Ma così non è, ed infatti proprio il 47% di questi ha rivelato di non sapere come tali strumenti possano contribuire ad aumentare la produttività. Per effettuare lo studio Upwork ha intervistato ben 2.500 persone suddivise in 1.250 dirigenti, 625 dipendenti a tempo pieno e 625 liberi professionisti.

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Dall’intervista è emerso che il 71% dei dipendenti impiegati a tempo pieno ha ammesso di essere sottoposti a forte stress. Il 65% invece ha rivelato di provare molta difficoltà a soddisfare le richieste dei datori di lavoro. L’81% dei dirigenti ha invece rivelato di avere la consapevolezza di aver aumentato le richieste dei dipendenti nel corso dell’ultimo anno.

Questa condizione di forte stress ha portato molti lavoratori ha maturare l’idea di voler abbandonare il lavoro.  Ed infatti 1 su 3 dei lavoratori intervistati da Upwork ha rivelato di voler lasciare il lavoro entro i prossimi sei mesi proprio perché troppo stressati. L’intelligenza artificiale rappresenta quindi un grande passo avanti ma a subirne le conseguenza sono, probabilmente, proprio i dipendenti.

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