Forse non ci sarebbe stata una scelta che avrebbe messo d’accordo tutti. In questi casi non è neanche un qualcosa di troppo auspicabile, visto  che parliamo di un casting per un ruolo di un personaggio nato per essere divisivo e che, pur avendo delle caratteristiche ben precise (sia fisiche che psicologiche), si deve andare a collocare all’interno di un universo che ha fatto delle reinvenzione una delle sue caratteristiche principali. Dando prova, tra l’altro, che “reinvenzione” non è una parolaccia e, soprattutto, che non stona necessariamente con fedeltà, anzi, che delle volte si può arrivare a potenziare degli elementi dell’opera originale pur partendo da altre strade. Nota a margine per gli scettici, vi ricordate come è andata quando fu annunciata Bella Ramsey per il ruolo di Ellie? Ecco, alla fine della fiera non è andata troppo male.

Parliamo della notizia di qualche giorno fa (la trovate qui e, se volete, qui invece c’è la notizia del casting di un altro personaggio molto importante) in cui si riportava l’ufficialità della scelta di Kaitlyn Dever come la Abby della seconda stagione di The Last of Us, la serie HBO ideata da Craig Mazin e Neil Druckmann tratta dal fenomenale videogioco della Naughty Dog. Due nomi che rappresentano, se ci pensate, le due anime che hanno mosso lo spirito dell’adattamento: da una parte il nuovo, rappresentato dall’ex showrunner di Chernobyl, dall’altra la coerenza filologica, sotto forma di niente meno che il creatore del franchise videoludico. La visione cinematografica, invece, appartiene ad entrambi.

Rimanendo agganciati a questo dualismo e a questa volontà di mischiare continuamente queste due linee di scrittura si possono ipotizzare delle cose interessanti riguardo la versione 2.0 della muscolosa e dolcissima Abby, tra tutti i personaggi dell’universo di The Last of Us, probabilmente il più ascrivibile al meccanismo della doppia lettura.

ATTENZIONE!! SEGUIRANNO SPOILER!

Le due anime di Abby

Abby-The last of us

Abby è una ragazza dolcissima, che ha dovuto fare un lavoro di irrobustimento e di rinforzo per difendersi da un trauma terribile e, anzi, far sparire la sua parte più fragile, infantile, fanciullesca e amorevole, che però rimane sempre il luogo dove risiede la parte fondamentale della sua anima.

Kaitlyn Dever è una scelta molto più che comprensibile in questo senso, sia per phisique du role, per mimica facciale e per attitudine alla recitazione, spesso attinente a dei ruoli dolci, genuini e profondi anche quando leggeri e dall’indole autoironica. Pensando ad un lavoro importante sul fisico non è peregrino ipotizzare di riuscire ad ottenere la Abby dal viso angelico e dal corpo taurino, un personaggio cinematograficamente straordinario (perché nel cinema, ricordiamo, le cose si devono raccontare attraverso la messa in scena e non attraverso la didascalia, ci perdoneranno i cultori del “o’ dimo“) e che dunque sarebbe stato stupido alterare. Abby ha il suo dramma in bella vista. Ce lo grida per tutto il tempo in cui è davanti ai nostri occhi.

C’è però un altro ragionamento molto interessante che può far pensare alla bontà del casting della seconda stagione della serie HBO.

Abby e Ellie

All’interno della rete composta dai vari giochi dei doppi che permea l’intero impianto narrativo di The Last of Us, un posto d’onore è riservato sicuramente a quello che vede protagoniste Abby ed Ellie, le due protagoniste della serie videoludica insieme a Joel.

kaitlyn dever e bella ramsey

Non è certamente una scoperta sensazionale la centralità della contrapposizione tra Ellie e Abby, le quali, nella meravigliosa storia del secondo capitolo del gioco Naughty Dog, si specchiano in continuazione, costrette all’interno di un revenge movie vestito da storia da caccia all’uomo al servizio del più classico dei coming of age incrociati, che dalla relatività delle storie personali veicola messaggi che invece hanno eco universale. Loro sono le due facce della stessa medaglia, ma anche i due corpi, e il loro percorso individuale, pur andando avanti in parallelo, procede sempre per momenti antitetici a quello dell’altra.

Quando l’una si placa, l’altra si carica; quando l’una mostra la sua fragilità, scopre la sua umanità, l’altra la perde all’interno. Un percorso binario che alla fine arriva ad un incontro di anime (e di corpi) che trova una pace silente, proprio grazie al ricordo del terzo incomodo.

Kaitlyn Dever e Bella Ramsey hanno tutte le carte in regola per mettere in scena il binomio sopradescritto, anche ponendo lo scontro fisico sotto un altro punto di vista e mettendo magari in primo piano ciò che le accomuna piuttosto a ciò che le separa. Procedendo in questo modo si può quasi ipotizzare un ribaltamento dello scontro, una sorta di reinvenzione in cui si può partire dalla vicinanza. Le strade possono essere molte. Sarà sicuramente interessantissimo vedere come si trasformerà il rapporto simbolo del pensiero di TLOU, perché non è detto per forza che si punterà sullo stravolgimento di Dever e quindi una riproposizione 1:1.