Il prossimo 10 ottobre vedrà un’ampia protesta da parte dei tassisti italiani, con uno sciopero di 24 ore annunciato in varie città del paese. La causa scatenante di questa azione è il decreto Asset, un provvedimento complesso e controverso che è stato predisposto in modo affrettato durante il periodo estivo e ha visto tempi di approvazione estremamente rapidi, fissati a soli 60 giorni. Questa è la posizione dichiarata dall’Usb Taxi, che sta organizzando la protesta insieme ad altre sigle sindacali.

Il decreto Asset è stato oggetto di aspre critiche fin dalla sua formulazione. Gli operatori del settore ritengono che sia inopportuno e carente di un quadro concreto per il rilascio di nuove licenze di taxi. Una delle principali preoccupazioni riguarda l’aumento delle licenze senza una base solida di dati e analisi. Questa situazione, secondo l’Usb Taxi, rischia di creare una situazione di sovraffollamento nel settore dei trasporti pubblici, con conseguenze potenzialmente negative sia per i tassisti esistenti che per la qualità complessiva dei servizi di taxi.

L’Usb Taxi ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che il decreto Asset potrebbe portare a un scaricabarile tra gli enti locali e il governo centrale riguardo alle responsabilità per l’aumento delle licenze. Senza dati concreti a sostegno delle decisioni, le questioni legate alla gestione del settore dei taxi potrebbero diventare un campo di battaglia politica, con il potenziale rischio di effetti negativi sui consumatori e sugli stessi tassisti.

La protesta dei tassisti prevista per il 10 ottobre è un segno della crescente tensione tra la categoria e le istituzioni governative riguardo al futuro del settore dei trasporti pubblici in Italia. Gli operatori del settore richiedono una revisione del decreto Asset e una maggiore attenzione alle esigenze e alle preoccupazioni degli stessi tassisti.