Un’indagine condotta da DOXA BVA su commissione della Lega Anti Vivisezione (LAV) ha rivelato l’opposizione diffusa dei cittadini italiani all’uso di animali nei circhi. Questa scoperta ha spinto l’associazione a chiedere al governo di accelerare l’attuazione della Legge Delega, che metterebbe fine all’impiego di animali nei circhi, senza aspettare il rinvio deciso in precedenza.

Nonostante più di 50 paesi in tutto il mondo, compresi molti dell’Unione Europea, abbiano vietato o limitato l’uso di animali nei circhi, in Italia, circa 2.000 animali vengono ancora impiegati in spettacoli itineranti che si esibiscono nelle piazze. La stragrande maggioranza della popolazione italiana, l’80%, è favorevole a spettacoli diversi che non coinvolgono animali costretti a eseguire esercizi innaturali, sottoposti a addestramenti basati sulla violenza fisica e psicologica, e tenuti in spazi inadeguati alle loro esigenze naturali.

L’indagine DOXA BVA ha anche rivelato che oltre il 76% degli italiani è contrario all’uso di animali nei circhi, mentre il 79%, quasi quattro italiani su cinque, è favorevole a destinare i fondi pubblici attualmente assegnati a questi spettacoli verso esibizioni che non coinvolgono animali.

Questi risultati hanno rafforzato la richiesta della LAV al governo italiano, affinché si attui la Legge Delega approvata nel 2022, che mira a vietare l’uso di animali nei circhi e negli spettacoli itineranti. La legge richiedeva un decreto attuativo entro maggio 2023, ma questa data è stata posticipata al 18 agosto 2024 senza una giustificazione valida. Questo ritardo ha suscitato preoccupazione tra gli attivisti, che temono che la legge possa decadere, prolungando inutilmente la sofferenza degli animali.

La LAV ha sottolineato che il governo italiano aveva precedentemente inserito la protezione degli animali tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana, dimostrando un impegno a favore del benessere animale. Tuttavia, il protrarsi di questa situazione potrebbe mettere in discussione questa posizione e rallentare ulteriormente il progresso verso il riconoscimento degli animali come esseri senzienti.