La rara fioritura del bambù nero (Phyllostachys nigra var. henonis) in Giappone sta per creare un’enorme sfida per l’ambiente, l’economia locale e gli ecosistemi. Questa speciale varietà di bambù, utilizzata ampiamente per le impalcature nei cantieri e nei giardini in tutto il mondo, è famosa per fiorire ogni 120 anni, e quando ciò accade, ogni fusto di bambù muore, con conseguenze significative a livello economico e ambientale.
Mentre ci avviciniamo al periodo previsto per questa fioritura di massa, che gli scienziati prevedono avverrà tra un paio di anni, si stanno sollevando preoccupazioni sulle conseguenze economiche, ambientali e sociali di questo evento unico. L’ultima volta che si è verificata una fioritura simile è stata nel 1908, un’epoca molto diversa da quella attuale, caratterizzata dalla globalizzazione e dalla diffusa commercializzazione del bambù.
Gli esperti stanno cercando di comprendere come questa fioritura influirà sulla vendita del bambù e sulla crescita delle foreste. Alcuni scienziati dell’Università di Hiroshima hanno suggerito che la fioritura potrebbe interrompere la vendita del bambù e comportare una lenta rigenerazione delle foreste. Non è ancora chiaro se la specie possa rigenerarsi rapidamente o in modo efficace.
La fioritura del bambù nero potrebbe avere impatti significativi sulla fauna che si nutre e abita nelle foreste di bambù. Insetti e altri piccoli animali potrebbero dover cambiare dieta per diversi anni, mentre gli animali che nidificano o si rifugiano in queste foreste potrebbero essere costretti a modificare il loro comportamento. Questo processo potrebbe avere conseguenze a cascata sull’intero ecosistema, dalla vegetazione alla copertura del suolo, costringendo molti organismi a trasferirsi o ad adattarsi in modo rapido.
Sebbene il bambù nero in Giappone non scomparirà del tutto e sarà ancora possibile coltivarlo in laboratorio, la sua rigenerazione potrebbe essere lenta e difficile. Questo potrebbe rendere difficile per le comunità locali che ne fanno un uso significativo continuare a raccoglierlo in periodi in cui non sarà disponibile in abbondanza.