Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2023, l’Italia ha fatto registrare un nuovo record per lo zero termico, l’indicatore che indica l’altitudine alla quale la temperatura scende a zero gradi Celsius. Questo eccezionale evento meteorologico ha avuto luogo presso la stazione di radiosondaggio Novara Cameri, dove lo zero termico ha raggiunto l’incredibile altitudine di 5.328 metri, stabilendo così un nuovo record nazionale.

IlMeteo.it ha prontamente riportato questa notizia straordinaria, mettendo in evidenza che questo valore è il più alto mai registrato in Italia. Questo dato eccezionale è stato accolto con preoccupazione dai meteorologi e dagli esperti del clima. Claudio Tei, un ricercatore e meteorologo del Cnr, ha commentato la situazione, affermando che:

Tutti i ghiacciai alpini, a tutte le quote, sono sopra lo zero e la situazione è abbastanza critica.

Questa situazione mette in evidenza l’incidenza dei cambiamenti climatici sulle condizioni meteorologiche in montagna. Le temperature estreme non si limitano all’alta quota, ma si estendono anche alle zone di bassa altitudine. I modelli meteorologici prevedono giornate particolarmente roventi il 21 e il 22 agosto, con punte di 38 gradi in alcune città e temperature che superano di 10 gradi i valori stagionali nelle Alpi occidentali.

Uno degli esempi più sorprendenti delle temperature anomale è la Marmolada, dove a Punta Penia (3.343 metri di altitudine) il termometro ha registrato 14 gradi durante il pomeriggio. Il ghiacciaio della Marmolada, noto come la “Regina delle Dolomiti”, è stato oggetto di osservazioni approfondite per gli effetti dei cambiamenti climatici sulle montagne. Secondo Legambiente, nel corso dell’ultimo secolo, il ghiacciaio della Marmolada ha perso più del 70% della sua superficie e oltre il 90% del suo volume, una testimonianza diretta degli impatti del riscaldamento globale.

Un altro segno dell’innalzamento delle temperature in montagna è la presenza di alberi ad altitudini sempre più elevate. Uno studio condotto dalla Southern University of Science and Technology in Cina ha rilevato che tra il 2000 e il 2010 gli alberi hanno iniziato a crescere ad altitudini sempre più elevate, spostandosi in media di circa 1,2 metri all’anno. Questo fenomeno è stato osservato in montagne remote e lontane da attività umane, ed è attribuito principalmente all’aumento delle temperature. Tuttavia, gli effetti a lungo termine di questo cambiamento non sono ancora del tutto chiari, poiché potrebbe influenzare sia la rimozione della CO2 atmosferica che la sopravvivenza di alcune specie alpine e le risorse idriche per le comunità montane.