L’accelerazione della desertificazione sta diventando una minaccia globale, mettendo a rischio l’agricoltura e la sicurezza alimentare in tutto il mondo. Nonostante ciò, la conferenza delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione (CopP15) ha ricevuto meno attenzione e risorse rispetto ad altre conferenze internazionali. Il presidente della CopP15, Alain-Richard Donwahi, ha sottolineato che la desertificazione era precedentemente vista come un problema limitato all’Africa, ma ora è chiaramente una minaccia globale.

La desertificazione e la siccità sono fenomeni strettamente legati al surriscaldamento globale e hanno un impatto significativo su molteplici aspetti della vita umana. L’area degradata rappresenta circa il 10-15% della superficie terrestre, dove vive oltre il 40% della popolazione mondiale. La carenza d’acqua, o stress idrico, colpisce ormai un terzo della popolazione globale. Negli ultimi vent’anni, le aree aride del pianeta sono aumentate del 30%, e tra il 1979 e il 2019 si stima che ci siano stati circa 650.000 decessi a causa della siccità in tutto il mondo. Questi fenomeni non risparmiano nessuna regione, con previsioni che coinvolgono 190 nazioni nei prossimi anni.

Una delle soluzioni principali per affrontare questo problema è la Grande Muraglia Verde, un ambizioso progetto guidato dall’Unione Africana con il sostegno di organizzazioni intergovernative. Questa “cintura verde” attraverserebbe l’Africa da est a ovest, estendendosi per circa 8.000 chilometri in lunghezza e 15 chilometri in larghezza attraverso 11 nazioni. Il suo obiettivo è contrastare la degradazione ambientale, migliorare le condizioni climatiche ed ambientali, e combattere la povertà nella regione. Tuttavia, nonostante il potenziale positivo, il progetto è attualmente solo al 20% del suo avanzamento, con soli 14 miliardi di dollari investiti sui 33 miliardi necessari.

Donwahi riconosce che ci sono ritardi significativi nel progresso del progetto e sottolinea la necessità di trovare ulteriori risorse e coinvolgere le nazioni coinvolte nella pianificazione e nell’allocazione dei fondi. La Grande Muraglia Verde non si limita a creare foreste, ma include anche progetti volti allo sviluppo di ecosistemi sostenibili per le comunità locali, migliorando la sicurezza alimentare e l’occupazione, elementi chiave per la stabilità politica e per prevenire flussi migratori massicci.

Le migrazioni climatiche, alimentate dalla desertificazione e dalla siccità, diventeranno sempre più rilevanti a livello globale, con oltre 200 milioni di persone potenzialmente costrette a migrare entro il 2050. Per affrontare questa sfida, Donwahi sottolinea la necessità che tutti i paesi, compresi quelli europei, rispettino gli impegni ambientali presi negli Accordi di Parigi e sostengano progetti come la Grande Muraglia Verde. La mitigazione dei cambiamenti climatici richiede un’impegno globale nella transizione verso un’economia ecologica e sostenibile.