Secondo Elon Musk, Twitter sta ancora spendendo più denaro di quanto ne guadagni. Nelle prime ore di sabato mattina, Elon Musk ha scritto che Twitter sta ancora spendendo molti più soldi di quanti ne guadagni. In gergo si parla di negative cash flow, flusso di cassa negativo. Twitter non ha mai fatto profitti e i suoi problemi erano già ben radicati da ben prima che il miliardario decidesse di acquistare l’azienda.
Da quando Elon Musk controlla il social network, la situazione, già disastrosa, delle casse dell’azienda è ulteriormente peggiorata: le entrate delle inserzioni pubblicitarie si sono dimezzate, anche a causa della decisione di alcune grandi agenzie di sospendere gli investimenti. Tra gli altri, Omnicom, un colosso che rappresenta clienti del calibro di Pepsi e McDonald, a novembre dell’anno scorso aveva annunciato che avrebbe dirottato gli investimenti pubblicitari su altre piattaforme, citando come ragione la proliferazione di contenuti antisemiti, razzisti e di disinformazione su Twitter da quando il social ha licenziato molti dei suoi moderatori. Una scelta, quest’ultima, che era praticamente dovuta, proprio per la necessità dell’azienda di ridurre all’osso i suoi costi nella speranza di poter, se non produrre utili, quantomeno andare in pareggio.
We’re still negative cash flow, due to ~50% drop in advertising revenue plus heavy debt load. Need to reach positive cash flow before we have the luxury of anything else.
— Elon Musk (@elonmusk) July 15, 2023
Si tratta chiaramente di un enorme ostacolo per le ambizioni di Elon Musk, che ha acquistato Twitter nella speranza di trasformarlo in qualcosa di più di una semplice piattaforma di micro-blogging. Quella “Everything app” auspicata da Musk, il sogno di trasformare Twitter in una piattaforma a 360 gradi per informazione, pagamenti digitali e intrattenimento, dovrà inevitabilmente aspettare.
«Dobbiamo raggiungere un flusso di cassa positivo prima di poterci permettere qualsiasi altra cosa», ha detto Musk. Questo annuncio arriva nella stessa settimana in cui Twitter ha lanciato il suo programma di condivisione dei ricavi pubblicitari. Il social network ha iniziato a pagare alcuni creatori di contenuti per i loro post di maggiore successo: alcuni influencer hanno annunciato di aver ricevuto diverse decine di migliaia di dollari. Anche questa novità è stata accolta da alcune polemiche: il Washington Post, tra gli altri, non ha potuto non notare che alcune delle persone beneficiare di questa prima tranche di pagamenti siano degli “influencer di estrema destra”.
Secondo una stima della società di ricerca Sensor Tower riportata da Bloomberg, le spese pubblicitarie sono diminuite dell’89 percento, arrivando a 7,6 milioni di dollari, durante un periodo di due mesi di quest’anno. Secondo Reuters, Twitter paga ogni anno 1,5 miliardi di dollari in interessi sui suoi debiti. Dallo scorso maggio Twitter ha una nuova CEO: Linda Yaccarino, veterana dell’industria della raccolta pubblicitaria (di cui si occupava per il titano dei media NBCUniversal). Basteranno la sua esperienza e la sua reputazione per risollevare le sorti dell’azienda? È tutto fuorché certo.