In Perù è stata dichiarata l’emergenza sanitaria a livello nazionale a causa di un insolito aumento dei casi di sindrome di Guillain-Barré, una malattia rara che colpisce il sistema nervoso. I decessi causati da questa patologia sono saliti a quattro e i casi registrati sono arrivati a 182 dall’inizio dell’anno, secondo il Ministero della Salute peruviano. Durante il periodo di emergenza di 90 giorni, le autorità attueranno un piano d’azione che comprende la sorveglianza epidemiologica, l’indagine e il controllo dell’aumento dei casi, nonché cure adeguate, come l’uso di immunoglobuline, per i pazienti affetti da questa malattia.
La sindrome di Guillain-Barré è una malattia rara e non contagiosa che colpisce circa 1-2 persone su 100.000, con una maggiore incidenza negli adulti di sesso maschile. Questa patologia attacca i nervi periferici, che collegano il cervello e il midollo spinale (il sistema nervoso centrale) al resto del corpo. In particolare, il sistema immunitario attacca le guaine mieliniche e le fibre nervose, causando un rallentamento o un blocco dei segnali nervosi e, di conseguenza, la paralisi dei muscoli e alterazioni sensoriali e funzionali.
Nonostante la causa esatta non sia ancora nota, si ritiene che la sindrome di Guillain-Barré sia una reazione autoimmune contro le guaine mieliniche. Si ipotizza che questa reazione sia scatenata da un’infezione che provoca l’attivazione di anticorpi che erroneamente attaccano le molecole nervose, scambiandole per parti del patogeno. Spesso, la malattia si manifesta dopo alcuni giorni o settimane di un’infezione delle vie respiratorie o dell’apparato gastrointestinale, come può essere il caso di un’infezione da Covid-19.
I sintomi principali della sindrome di Guillain-Barré includono una debolezza progressiva che colpisce principalmente gli arti inferiori e successivamente quelli superiori. Possono essere coinvolti anche i nervi cranici, causando debolezza nei muscoli del viso. La malattia può provocare difficoltà nella respirazione, deglutizione, linguaggio, alterazioni della frequenza cardiaca, pressione sanguigna e temperatura corporea. Nei primi 2-4 settimane dalla comparsa dei sintomi, la malattia può entrare in una fase stazionaria, mentre il recupero può iniziare dalle 6 settimane fino a diversi anni. La gravità e la durata della malattia variano da una debolezza lieve, spesso associata a una guarigione spontanea, fino a una paralisi totale (tetraplegia) con insufficienza respiratoria.
Attualmente, non esiste una cura definitiva per la sindrome di Guillain-Barré. Tuttavia, nei casi gravi in cui si verifichi una paralisi totale e insufficienza respiratoria, possono essere necessarie misure come la respirazione assistita e l’alimentazione attraverso la nutrizione parenterale, che consiste nella somministrazione di nutrienti attraverso una vena periferica. Altri trattamenti mirano a ridurre il dolore con analgesici, prevenire la formazione di coaguli con anticoagulanti e, se somministrati tempestivamente, possono includere la plasmaferesi (che rimuove gli anticorpi dannosi dal sangue) e l’infusione di alte dosi di immunoglobuline per fermare l’attacco autoimmune ai nervi. È fondamentale che i pazienti affetti da questa sindrome ricevano cure adeguate e che vengano riconosciuti i segni e i sintomi precoci per un intervento tempestivo.