Un gruppo di oltre 100 artisti, tra cui Tom Morello e Zack de la Rocha dei Rage Against the Machine, si sta opponendo fermamente all’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale durante i concerti. Questo strumento, sempre più diffuso, viene utilizzato non solo come mezzo per controllare le folle, ma anche per accedere all’area senza dover esibire i biglietti cartacei, grazie all’associazione del volto del cliente al momento dell’acquisto del biglietto. Tra le altre cose, questa tecnologia può anche essere utilizzata per comprare magliette e gadget, oppure cibo e bevande, grazie ad un sistema automatico che addebita l’importo direttamente sul conto del cliente — un po’ come avviene nei negozi senza casse di Amazon.

Tuttavia, l’introduzione di questa controversa tecnologia ha suscitato molte, giustificate, preoccupazioni. È stato il gruppo di difesa dei diritti digitali Fight for the Future a dare il via a una protesta, chiedendo agli artisti di boicottare i concerti che fanno uso della tecnologia di scansione facciale. L’appello è stato sottoscritto da diversi artisti di rilievo, tra cui Boots Riley, Wheatus, Anti-Flag, Downtown Boys e molti altri. In risposta, alcune location, come House of Yes, Lyric Hyperion e Black Cat, si sono impegnate a non utilizzare questa tecnologia per i loro spettacoli.

Leila Nashashibi, attivista di Fight for the Future, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale affermando: “Le aziende tecnologiche stanno promuovendo l’utilizzo di strumenti per rilevare i dati biometrici come ‘innovativi’ e vantaggiosi per migliorare l’efficienza e la sicurezza. Tuttavia, ciò è non solo falso, ma anche moralmente ingiusto. In primo luogo, questa tecnologia è così imprecisa che in realtà causa più danni e problemi di quanti ne risolva, a causa di identificazioni errate e altre carenze tecniche. Ciò che è ancora più allarmante è l’immagine di un mondo in cui il sistema funzioni perfettamente al 100%, dove la privacy non ha più valore e siamo costantemente individuati, sorvegliati e controllati ovunque andiamo”.