Kaneda, artista torinese, è stato commissionato dalla Universal per rappresentare con una sua illustrazione il trentennale di Jurassic Park. Il dinosauro, votato dagli utenti, è stato il T-Rex.
Il tirannosauro il cibo non l’accetta. Lui vuole cacciare. Non si può sopprimere un istinto vecchio di 65 milioni di anni
Una frase che è divenuta iconica e che dopo ancora trent’anni rimane impressa come un marchio a fuoco: la natura non va “stuzzicata” né tanto meno messa in ridicolo. La storia di Jurassic Park, e di quello che ha rappresentato per la cultura pop, meriterebbe delle pagine e pagine di testi, sia per l’importanza nel mondo del cinema, ma anche nell’immaginario collettivo paleontologico. C’è un prima e un dopo Jurassic Park e non è un caso che dimenticare i dinosauri disegnati da Steven Spielberg anche nella comunità scientifica non è stato facile, o meglio la comunità stessa ha trovato diversi muri prima di far digerire che un T-Rex probabilmente all’epoca fosse piumato e un Velociraptor era grande quanto un pollo. Ed è proprio il ruolo dell’immagine che è al centro di un progetto Internazionale sul trentennale di questo straordinario film. A febbraio 2023 è stato lanciato un sondaggio, promosso sulle pagine ufficiali di Jurassic Park e di Universal Pictures Italia in cui è stato chiesto agli utenti di votare il dinosauro preferito dal pubblico italiano.
Il dinosauro risultato vincitore è stato il T-Rex.
Nel mese di giugno la T-Rex è stato oggetto di un’opera d’arte realizzata in una maniera mai vista prima dall’artista Kaneda, graphic designer e illustratore torinese la cui specialità risiede nell’arte vettoriale e nella tecnica mista attraverso frammenti di colori scintillanti. L’opera di Kaneda ha preso vita a Milano attraverso una serie di installazioni che sono state realizzate in diversi punti della città. Sono state difatti previste trenta diverse location sul territorio milanese in cui è stata riprodotta una versione stencil con un QR code che rimandava a un sito dedicato con tutti gli appuntamenti dei festeggiamenti del 30esimo anniversario di Jurassic Park.
E’ stato un onore e un orgoglio rappresentare l’Italia nei festeggiamenti del trentesimo anniversario di un film così importante per la cultura pop mondiale. Proprio ad inizio anno in previsione di questa ricorrenza stavo lavorando ad una mia illustrazione personale sul Dilophosaurus, ma essere commissionato da Universal per rappresentare come unico illustratore il Tirannosaurus Rex è stato veramente una chiusura di un cerchio nato tantissimi anni fa con la prima VHS vista a casa in famiglia e quel ricordo indelebile di aver visto un film unico nel suo genere.
La tecnica di Kaneda è riconoscibilissima in ogni sua sfaccettatura, il suo stile è energico, pieno di colori vivaci e caratterizzato da forme geometriche astratte che riescono a mescolarsi alla perfezione con le sfumature di un ritratto o di una figura fantastica. Anche in questa sua interpretazione della T-Rex i colori della sua firma (dal magenta, al ciano per passare al viola) sono tutti presenti seppur per esigenza dell’opera ha dovuto “ridimensionare” le idee iniziali. Essendo un’immagine (110×130 cm) che poi doveva essere trasferita in uno stencil speciale, da apporre in asfalto, lo stesso Kaneda ha semplificato in qualche modo le sue solite pennellate e l’uso delle migliaia di colori da sempre usati, questa volta meno sfumati rispetto alle illustrazioni precedenti.
Tuttavia non sono i meno colori, o le pennellate meno decise, ad aver inciso sull’opera finale in quanto la sua riconoscibilità rimane immutata. La posa scelta dell’artista torinese è dinamica e c’è il cuore pulsante di tutta la pellicola: la T-Rex che distrugge il suo recinto con sullo sfondo l’iconica porta del parco, tutto in un’inquadratura prospettica che porta la visuale dello spettatore ad un altro simbolo della pellicola, il cartello dei 10.000 wolts. Kaneda ha voluto riversare su questa illustrazione molto del suo passato, della sua cultura nerd e pop nata proprio ad inizi anni novanta con l’esplosione di film come quello di Steven Spielberg.
Il mio primo ricordo di Jurassic Park è appunto la visione di una VHS prestata e la sensazione di aver visto qualcosa di incredibile è ancora viva nei miei ricordi. La cultura pop e nerd da sempre mi accompagnano, le mie opere ed illustrazioni vertono al 99% su film, personaggi e creature di quel periodo. Anche le mie influenze sono date da grandissimi artisti della pop art come Andy Warhol e Roy Lichtenstein, che hanno ridefinito i canoni estetici non solo nell’arte, ma anche in moltissime opere cinematografiche. Se volessimo andare a scavare anche il mio nickname, con quel 99 finale (che trae in inganno moltissimi utenti pensando rappresenti il mio anno di nascita) nasce dalla passione di Alita, il manga di Yukito Kishiro del 1990, che ricorda proprio il numero della Motorball della protagonista; il 99 è stato un numero che mi porto dai primi accessi ad Internet ed ancora oggi nei miei vari profili cerco sempre di riproporlo, questo per evidenziare quanto la cultura di quel periodo la sento vicina a me.
Tornando a Jurassic Park mi ricordo moltissimo della Dinomania di quel periodo, che riuscì a segnare un periodo molto ampio in quegli anni. Praticamente è stato il primo film a tecnica mista, tra digitale e analogica che sbancò il botteghino, un film che ancora oggi a rivederlo non sembrano passati così tanti anni. È per questo che la possibilità di illustrare la T-Rex per l’Italia mi ha reso così felice, in primis proprio per il simbolo che ha rappresentato il film nell’immaginario collettivo e poi anche per una mia questione artistica personale: solitamente il mio lavoro verte molto di più sulla ritrattistica che sulle creature e quando mi devo approcciare ad un qualcosa di “non umano” mi diverto sempre moltissimo.
L’arte di Kaneda riesce sia a ricordare i grandi film e personaggi degli anni ottanta/novanta e non solo, ma anche e soprattutto ad omaggiare quel periodo fiorente della cultura pop. Chi nasce ad inizi anni ottanta e ha vissuto quel pezzetto di storia nerd è inevitabile che si porti dietro un bagagliaio enorme di ricordi, di stupore e di meraviglia che poi si riversano sulle opere attuali. Questa esplosione di fantasia la si nota soprattutto nella tecnica, lavorando in digitale non ci sono limiti e all’interno delle illustrazioni Kaneda riesce a coprire quasi sempre tutta la tavolozza dei colori in un tripudio di sfumature. L’applicazione di questa tecnica unita al mondo del cinema, dei fumetti e delle opere fantastiche dell’immaginario nerd fanno di Kaneda una delle massime espressioni dell’arte moderna, con il quale sicuramente ci dovremo rapportare ancora moltissimo in futuro.
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