Un nuovo lavoro pubblicato su Nature Magazine Intelligence mostra l’ultima innovazione nel campo della robotica. Utilizzando una tecnologia nota come “polygon meshing“, un team di ingegneri del Politecnico federale di Losanna ha sviluppato un robot composto da una serie di parti interconnesse in grado di assumere forme diverse in base al compito che deve svolgere. Si potrebbe paragonare questa malleabilità meccanica a quella del Megabot di Big Hero 6 del 2014, che può dividersi in più parti durante i combattimenti, ottenendo un vantaggio sugli avversari.
Questo nuovo robot mutaforma (noto come Mori3) può essere visto sulla pagina YouTube del Reconfigurable Robotics Lab e le sue caratteristiche simili a quelle di un origami sono assolutamente sbalorditive: i pezzi che si incastrano funzionano come uno sciame di robot che condividono un unico cervello unificato.
Le applicazioni del nuovo robot: dalla Terra fino al Cosmo
Questo robot modulare, basato su poligoni, utilizza singoli moduli per passare da una forma triangolare a quasi tutti gli oggetti 3D, ed è questo livello di portabilità che faciliterà il trasporto in luoghi lontani. Il trasporto di un robot a grandezza naturale nello spazio pone una serie di difficoltà per quanto riguarda lo stoccaggio, mentre la possibilità di assemblare un robot da diversi pezzi più piccoli al momento dell’arrivo ci dimostra che la tecnologia delle maglie poligonali è un approccio molto più fattibile.
In altre parole, anche se questa tecnologia è piuttosto nuova, le applicazioni saranno infinite una volta perfezionata. Non solo questo tipo di robot sarà molto più facile da trasportare, ma sarà anche in grado di adattare la sua forma e le sue dimensioni per eseguire una serie di compiti che gli esseri umani avrebbero difficoltà a svolgere da soli.
Un prototipo molto promettente
Vale la pena notare che le capacità di Mori3 sono piuttosto limitate in questa fase di sviluppo. Nonostante i limiti attuali, la tecnologia sembra promettente. Quello che vediamo è un prototipo di robot interamente composto da parti interconnesse per svolgere compiti rudimentali. Dato che stiamo parlando di un prototipo e non del prodotto finale, non c’è dubbio che robot più sofisticati potrebbero utilizzare elementi di mesh poligonali su modelli più grandi per una varietà di funzioni diverse. Una volta che i ricercatori avranno risolto tutti i problemi e continuato a migliorare questa tecnologia, non ci sorprenderebbe vedere robot più grandi e specializzati, con arti in grado di mutare forma, scomporsi e riassemblarsi per svolgere compiti più complessi di quelli che Mori3 può svolgere al momento.
I ricercatori sperano che un giorno robot come Mori3 possano viaggiare sulla Luna o su Marte per assistere gli astronauti nelle loro ricerche. Non si può mai sapere che tipo di ostacoli incontreranno gli astronauti quando sono così lontani da casa, e avere un robot di uso generale che sia abbastanza versatile da adattarsi all’ambiente circostante sembra una validissima alternativa mentre si esplora l’ignoto.