Nel settore delle costruzioni, il 61% delle imprese non ritiene di avere le condizioni necessarie per realizzare i lavori infrastrutturali e di costruzione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Solo il 39% si mostra ottimista. Questa è la conclusione dello studio condotto dal Centro Studi di Argenta Soa, una delle principali società di attestazione per la partecipazione alle gare pubbliche, presentato da Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta Soa.
Lo studio sarà presentato durante il talk “Appalti pubblici, azione amministrativa e nuove tecnologie” che si terrà a Milano nell’ambito del Forum Legal Next 2023 organizzato da Deloitte Legal. Tra i relatori saranno presenti importanti figure istituzionali e professionali del settore. Pelazzi evidenzia che il Pnrr rappresenta una grande opportunità per l’Italia, ma ci sono criticità sistematiche che rallentano la realizzazione delle opere pubbliche e ostacolano la crescita economica del Paese. Tuttavia, sottolinea che gli italiani hanno dimostrato di saper affrontare le sfide con successo, come è accaduto con Expo.
Il presidente di Argenta Soa sottolinea che il nuovo Codice degli Appalti potrebbe accelerare la realizzazione delle opere secondo il 63% delle imprese intervistate, mentre il 37% ha un’opinione contraria. Pelazzi mette in luce l’impatto del Pnrr sul settore delle costruzioni, stimando che avrà un effetto significativo con un valore di circa 108 miliardi di euro (su un totale di 222 miliardi di euro), di cui 42,9 miliardi destinati a progetti in corso e 65,1 miliardi a nuovi progetti. Tuttavia, la possibile rimodulazione delle misure del Pnrr costituisce una minaccia per le prospettive di crescita del settore edile.
L’81% delle imprese intervistate ritiene che il possesso della certificazione Soa sia un punto di riferimento positivo per lavorare anche nel settore privato. Pelazzi afferma che non solo le amministrazioni pubbliche, ma anche importanti attori industriali, fondi e sviluppatori immobiliari richiedono le certificazioni Soa. Queste certificazioni stanno diventando uno strumento importante per attestare l’impegno delle imprese su temi ESG (Ambientali, Sociali e di Governance).
Lo studio è stato condotto su un campione di circa 2.200 imprese di diverse dimensioni, operanti in tutte le regioni italiane e nei principali settori in cui è richiesta la certificazione Soa. Le imprese intervistate operano principalmente nel settore delle costruzioni (55%), infissi (6%), carpenteria (5%), impiantistica (20%) e servizi ambientali (14%). I fatturati delle imprese campionate riflettono la complessità del tessuto imprenditoriale italiano, con il 30% delle imprese che fattura meno di 2 milioni di euro e il 10% che supera i 30 milioni di euro.
Pelazzi richiama i dati diffusi dall’Istat a maggio, che indicano un leggero aumento della produzione nel settore delle costruzioni nel primo trimestre del 2023 rispetto al quarto trimestre del 2022. Tuttavia, sottolinea che questo incremento è dovuto principalmente all’effetto “trascinamento” del trimestre precedente e che l’attività è rimasta sostanzialmente stabile. Pelazzi fa notare anche una revisione al ribasso della variazione della produzione industriale di febbraio, evidenziando che i numeri comunicati dall’Istat raccontano una storia diversa da quella rappresentata inizialmente.