Un nuovo polimero chiamato PECA potrebbe rappresentare un’alternativa al polistirene, secondo uno studio condotto dai ricercatori Allison Christy e Scott Phillips della Boise State University. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advances, descrive il PECA come una plastica rigenerata completamente riciclabile, che potrebbe contribuire a risolvere la crisi globale dei rifiuti. Attualmente, solo il 10% delle 6 miliardi di tonnellate di plastica prodotte ogni anno nel mondo viene effettivamente riciclato. Tuttavia, se questa tendenza di crescita continuerà, la produzione globale di plastica primaria potrebbe raggiungere 1100 milioni di tonnellate entro il 2050.
Il poli(etilcianoacrilato), o PECA, è il fulcro della ricerca condotta negli Stati Uniti. Questo polimero mostra proprietà simili ad altri polimeri convenzionali e rimane stabile anche in ambienti caldi e umidi. Il PECA può essere facilmente riciclato attraverso la depolimerizzazione termica, che permette di recuperare il monomero puro. Sottoponendo il materiale a una temperatura di 210°C, le catene polimeriche si spezzano, ottenendo monomeri che possono essere riutilizzati per creare nuovi materiali.
Con un tasso di riciclabilità del 93%, il PECA consente di ottenere materiali di partenza puliti anche se mescolato con carta, alluminio o altri rifiuti non trasformati di plastica. Questo polimero potrebbe essere presto industrializzato e proposto sul mercato come alternativa al polistirene, soprattutto per la produzione di contenitori per alimenti da asporto e per la fabbricazione di piatti, tazze e posate usa e getta. Il PECA offre un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti di plastica e promuovere una maggiore sostenibilità nella produzione di materiali plastici.