Quella di Alone in the Dark è una IP a dir poco storica: anche se ai videogiocatori occasionali potrebbe non dire molto, è di importanza storica per tutto il genere dei giochi horror di stampo action / adventure. Senza Frédérick Raynal e la sua intuizione, probabilmente non avremmo avuto (o quantomeno sarebbero molto diversi) Resident Evil, Silent Hill, Parasite Eve e tutta la risma di giochi simili, che devono alle avventure di Edward Carnby davvero molto, dalle atmosfere al sistema di telecamere fisse in un ambiente 3D.

A trent’anni di distanza dal primo capitolo e dopo una serie di tira e molla poco funzionali nei vari sequel, spin-off e reboot, ecco arrivare un vero e proprio remake del primo capitolo, che si impegna a riportare la saga dove merita: in cima alla lista dei grandi, imperdibili titoli del genere.

Da soli, nel buio… ancora una volta

L’annuncio del remake risale ad agosto scorso, con un trailer accattivante che presentava sia elementi ripresi dall’originale che alcune novità; furbescamente, però, evitava di far vedere i due protagonisti Edward Carnby ed Emily Hartwood in volto. C’era un motivo, svelato solo ora, a distanza di quasi un anno: ad interpretare i due protagonisti ci sono due attori hollywoodiani piuttosto noti, ovvero David Harbour (lo sceriffo Jim Hopper di Stranger Things) e Jodie Comer (vista recentemente in molteplici progetti, tra cui Free Guy) che li incarnano in performance capture.

Emily ha ricevuto un’allarmante lettera dallo zio ed è partita alla volta di Derceto Manor, portando con sé Carnby, consumato detective dalla battuta pronta e l’equilibrio mentale instabile. Sembrerebbe che Jeremy si sia tolto la vita, ma Emily non ci vede chiaro in questa faccenda e decide di investigare. Entrambi i personaggi hanno risvolti personali per i quali risolvere il mistero, e il remake va molto più a fondo rispetto all’originale in questo, rendendo molto diverse (perlomeno a livello narrativo) le eventuali run doppie dei giocatori intenti a finire il titolo prima con l’uno e poi con l’altro personaggio.

Le differenze saranno quantomeno a livello narrativo, ma non sappiamo ancora se il gameplay, i percorsi, gli enigmi, gli oggetti e le route da seguire subiranno delle diversificazioni a seconda del personaggio.

Grace in the Dark

Per dare un piccolissimo assaggio delle atmosfere del gioco, insieme al lancio del lungo spotlight video ricco di interviste e filmati di gameplay c’è stato anche il rilascio di una sorta di demo, o per meglio dire di prologo giocabile gratuito, Grace in the Dark, che introduce al maniero di Derceto con il giocatore nei panni di Grace Saunders, graziosa ma inquietante bimba di undici anni con una missione: spedire una lettera.  C’è da premettere che questo prologo è davvero breve: si chiude in una decina di minuti in cui è davvero difficile sbagliare qualcosa.

Incontriamo Grace in quella che sembra la sua cameretta, intenta a realizzare una sinistra maschera di cartapesta, per poi andare a trovare Jeremy Hartwood nel suo studio. La ragazzina, parlando con un paranoico e ormai schizzato Hartwood, si prende carico di recapitare una missiva rivolta alla nipote dell’artista, e per farlo deve superare diverse insidie per passare da un lato all’altro della magione.  Ci si aspetta una sequenza introduttiva semplice, simile ad altre con personaggi secondari da guidare verso l’introduzione dei protagonisti (ad es. come in The Last of Us) ed effettivamente è proprio così.

L’esperienza del giocatore, ad ogni modo, registra subito tutta una serie di informazioni disturbanti e situazioni poco credibili (che non spoilereremo) che fanno immediatamente storcere il naso perché il contesto in cui si muove Grace è straordinariamente realistico ma, al contempo, zeppo di elementi fuori posto, ma vissuti dalla protagonista come assolutamente normali: il senso di straniamento, vi avvisiamo, arriva a livelli molto alti e quasi frustranti. Questo, almeno, finché non si entra nel meccanismo per cui la follia è un elemento naturale e, per le risposte, abbiamo la pazienza di attendere molto a lungo.

Ricordiamo, difatti, che il gioco è ambientato nella Louisiana degli anni ’20, viaggiando tra suggestioni lovecraftiane (e relativi orrori) e i misteri del voodoo. In questo, il gioco è tremendamente efficace, complici anche la colonna sonora, il monster design realizzato da Guy Davis (collaboratore di Guillermo del Toro, e si vede) e la fotografia, grazie anche ai toni visivi del tutto.

Mikael Hedberg, scrittore di classici horror come Amnesia: The Dark Descent e SOMA, ha insomma operato più che bene dal punto di vista della direzione artistica. Jason Köhnen, leggenda del Doom Jazz, ha prestato il suo talento per imbrigliare in musica il caos ultraterreno del franchise con brani al contempo nostalgici e moderni. Sulla base di questi brani, il Sound Designer & Composer Árni Bergur Zoëga ha poi ricreato un panorama sonoro spettrale e misterioso che dà il massimo con l’utilizzo delle cuffie.

C’è ad ogni modo da fare un plauso agli sviluppatori di Pieces Interactive, che hanno realizzato il titolo per THQ Nordic, perché l’idea del prologo con Grace è in sé un enorme omaggio alla saga, dato che la bimba fu già protagonista di un’operazione simile a cavallo tra i primi due giochi, con la demo dal titolo Jack in the Box.

Il problema di questo prologo è che riesce a convincere più i fan nostalgici del brand che i nuovi giocatori, quando la sua utilità dovrebbe, invece, essere quella di avvicinare e incuriosire i neofiti. Provare solo questa demo senza visionare (prima o dopo) lo spotlight video lascia sicuramente un’impressione parziale e fuorviante del titolo, dato che l’esplorazione è blanda e bizzarra e non ci sono combattimenti di sorta.

Inserire un montaggio di gameplay alla fine del prologo con Edward ed Emily sarebbe stato utile, a tal scopo. Ad ogni modo, il titolo si prospetta come interessante e promettente, nonché in mano a gente che conosce la materia di cui vuole trattare. Sulla qualità tecnica finale dell’opera (che attualmente ci è parsa viaggiare tra alti e bassi), la sua giocabilità e l’efficacia del rimaneggiamento della trama ci esprimeremo a tempo debito. Il gioco, difatti, uscirà su PC, Xbox Series X|S e PlayStation 5 il prossimo 25 ottobre.

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