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Visto che, come alcuni di voi sapranno, mi ritrovo in Norvegia, mi sembrava giusto citare questo artista locale particolarmente famoso in patria ma non altrettanto all’estero. Un consiglio: se siete dalle parti di Oslo visitate il Nationalmuseet, contiene diverse opere di Kittelsen, alcune veramente mozzafiato. Un occasione da non perdere.

Theodor Kittelsen nacque nel 1857 in una modesta cittadina nel sud della Norvegia, non troppo distante da Oslo. A causa della prematura morte del padre, egli cominciò a lavorare già ad undici anni presso il laboratorio di un orologiaio locale, rimanendovi fino al compimento del diciassettesimo anno di età. La fine delle sue pene aveva un nome, ovvero Diderich Maria Aall, vera e propria salvatrice dell’artista norvegese. Ella, appena vide le sue opere, divenne la sua mecenate. Lo finanziò sia ad Oslo, dove iniziò ad allenarsi per i primi tempi, che a Monaco. Purtroppo, per lui, la sfortuna non smise di perseguitarlo: Maria morì infatti nel 1879, lasciandolo di fatto senza alcun supporto economico.
Ma Kittelsen era determinato. Iniziò a lavorare come vignettista per alcuni giornali e, accumulando pian piano le risorse necessarie, riuscì ad iscriversi alla scuola statale di Parigi, ove terminò gli studi dopo cinque anni.

Il continuo viaggiare influenzò notevolmente Kittelsen, artisticamente parlando. La ricerca di nuove mete, dello sconosciuto, del paesaggio erano di chiara matrice romantica, caratteristica che porterà con sé per buona parte della sua carriera.

Tornato a casa, egli si stabilì con alcuni suoi famigliari e iniziò una vita a stretto contatto con la natura. Inizialmente, i suoi disegni vertevano su un tema particolare, ossia la peste, una vera e propria piaga a quei tempi in Norvegia. La popolazione, già non particolarmente numerosa, si ritrovò a diminuire ulteriormente e la paura di morire aleggiava all’interno di ogni singola abitazione. Egli ritrasse questi momenti con dovizia di particolari, personificando questo male attraverso le sue tavole, ogni volta con sembianze diverse. Che fosse un falco che volava in cielo o una vecchia signora su di una collina, poco importava. La peste era ovunque. I chiaro-scuri e la totale assenza di colori completano l’opera, rendendo questo periodo dell’artista norvegese come il più oscuro e angoscioso di tutta la sua vita.
Egli, terminato questo particolare momento, si dedicò successivamente alla riproduzione dei paesaggi. Finalmente i colori presero vita, attraverso i suoi disegni. Questo attimo fu tutto meno che passeggero. Fu il punto di partenza, il momento della svolta, per Kittelsen. Non passò molto, infatti, prima che egli fosse completamente rapito dalle storie folkloristiche del suo paese, soffermandosi in particolare su di un soggetto, ovvero i troll.
Famosi in tutto il mondo (oltre che su internet), essi hanno toccato l’apice con le opere dell’artista norvegese, unico capace di dare una dimensione vera e propria a queste strane creature. Le situazioni erano le più disparate, così come il carattere e l’aspetto di questi ultimi. A volte enormi, a volte più piccoli, a volte minacciosi o semplicemente curiosi, Kittelsen ce li propose con un occhio di riguardo, quasi di rispetto, nei loro confronti. Theodor era questo, alla fin fine. Un sognatore che non aveva mai smesso di guardare il mondo con gli occhi di un bambino e, con quegli occhi, riproduceva i racconti e le novelle che aveva avuto modo di ascoltare in tenera età.

Il suo stile, personalissimo, è capace di variare a seconda del soggetto ritratto. Delicato con i suoi inchiostri, soffuso ma al contempo dettagliato, stupisce lo spettatore oggi come allora. Si rimane quasi incantati ed immersi all’interno di quegli ambienti così lontani e fantasiosi ma, allo stesso tempo, così fedelmente riprodotti. Un artista immortale e incredibilmente moderno, nonostante abbia più di cent’anni alle spalle.

Le sue opere non hanno età, così come le nostre emozioni non hanno tempo.
Hanno solo un nome.

Theodor Kittelsen

Link
Pagina Wikipedia di Kittelsen
Museo Nazionale di Oslo (vi sono diverse opere esposte all’interno)
Gallery su Kittelsen

Via Wikipedia