Un recente studio ha rivelato che numerosi smartphone sequestrati durante arresti e perquisizioni da parte delle forze di polizia negli Stati Uniti vengono messi all’asta online senza cancellare prima i dati presenti su di essi. Questa pratica può portare alla revittimizzazione delle vittime di crimini, in quanto i dati sensibili rimasti nei telefoni possono finire nelle mani sbagliate. In risposta a questa problematica, il principale mercato online per gli oggetti sequestrati dalle forze dell’ordine statunitensi ha dichiarato che tutti i telefoni venduti attraverso la sua piattaforma verranno cancellati dei dati prima dell’asta.

Nel corso dello studio condotto dall’Università del Maryland, sono stati acquistati 228 smartphone venduti “come sono” da PropertyRoom.com, il più grande sito di aste utilizzato dai dipartimenti di polizia negli Stati Uniti. Dei telefoni acquisiti (ad un prezzo medio di 18 dollari per telefono), ben 49 non avevano un codice PIN o un sistema di accesso, mentre altri 11 PIN sono stati indovinati utilizzando i pattern più comuni. I telefoni finiscono nelle mani della polizia per vari motivi, tra cui il coinvolgimento del proprietario in reati di furto di identità, e in questi casi il telefono stesso viene utilizzato come strumento per commettere crimini. È dunque sconcertante che molti dei telefoni sequestrati siano stati venduti all’asta senza che nessuno abbia avuto la premura di ripristinare prima la loro memoria.

I ricercatori hanno scoperto che molti dei telefoni venduti dalle forze dell’ordine contenevano informazioni personali riguardanti precedenti o potenziali vittime di crimini, inclusi documenti d’identità e comunicazioni con alcune prostitute vittime di sfruttamento.