In Italia, è in corso un’epidemia di streptococco Beta Emolitico di gruppo A che causa la scarlattina. La diffusione di questo batterio si sta verificando soprattutto tra i bambini che frequentano le scuole romane. Secondo una circolare del Ministero dell’Istruzione, sono state registrate in diverse scuole capitoline un aumento dei casi di positività a questo batterio, allarmante anche per i pediatri.
Alberto Villani, direttore del Dipartimento di Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha dichiarato che, se un bambino ha sintomi come febbre, tonsillite, placche o macchie sulla pelle, è necessario fare il tampone su consiglio del pediatra. Se il tampone risulta positivo, si somministra l’antibiotico. Il tampone va eseguito solo se il bambino ha sintomi che giustifichino la sua effettuazione. Se invece il bambino non presenta alcun sintomo, la positività del tampone non merita attenzione.
Secondo Walter Ricciardi, ordinario di Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, le malattie infettive stanno tornando in modo molto forte e importante, a differenza del passato in cui si pensava fossero trascurabili o addirittura scomparse. Oggi, purtroppo, abbiamo sempre meno strumenti per combatterle a causa dell’antimicrobico resistenza, per cui è importante la vaccinazione, dove disponibile, e l’organizzazione delle strutture assistenziali per prevenire le infezioni.
Nelle scuole di Roma stanno aumentando i casi di scarlattina del 30%, con picchi del 50%. I pediatri hanno lanciato l’allarme e le scuole stanno diffondendo la richiesta di effettuare un tampone di controllo. Secondo Ricciardi, è necessario conoscere i fenomeni per risolverli e prevenirli. In caso contrario, gli stessi esplodono nel momento in cui si è meno preparati.
Importante fare attenzione ai sintomi e seguire i consigli dei pediatri, solo nel caso in cui si riscontrino sintomi giustificabili si deve effettuare il tampone e seguire la terapia antibiotica. Altrettanto importante è la prevenzione dell’antimicrobico resistenza attraverso la vaccinazione e l’organizzazione delle strutture assistenziali.