Un nuovo indice sta emergendo come strumento utile per prevedere il rischio di fratture da fragilità negli adulti: si tratta del WWI, acronimo che sta per Waist-Weight Index. Esso mette in relazione la circonferenza della vita con la radice quadrata del peso del soggetto, fornendo così una valutazione più accurata della distribuzione della massa grassa corporea rispetto al BMI.
Un recente studio cinese pubblicato su Journal of Orthopaedic Surgery and Research ha esaminato la correlazione tra l’indice WWI e il rischio di fratture negli adulti, utilizzando informazioni presenti nel database pubblico statunitense relativo al programma “National Health and Nutrition Examination Survey”. I risultati hanno dimostrato che l’aumento dell’indice WWI è correlato ad un maggiore rischio di fratture di anca e spina dorsale. In particolare, ogni punto in più dell’indice WWI aumenta del 5% la probabilità di fratturarsi l’anca e del 9% quella di fratturarsi la colonna vertebrale.
Inoltre, lo studio ha rilevato che i soggetti con basso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di incorrere in fratture, in particolare dell’anca. I ricercatori hanno individuato anche alcune caratteristiche tipiche dei soggetti a rischio: spesso sono donne di etnia messicana, anziane, con bassa istruzione e reddito, abitudini poco salutari come il fumo e una dieta potenzialmente infiammatoria e patologie croniche associate come il diabete.
L’osteoporosi e la fragilità ossea rappresentano un problema sempre più diffuso nella popolazione invecchiata, pertanto la scoperta di un indice predittivo come il WWI potrebbe essere di grande aiuto per individuare i fattori di rischio e prevenire le fratture da fragilità. La validità di questo indice è stata già dimostrata in precedenti studi in cui ha mostrato una maggiore capacità predittiva rispetto al BMI nell’individuare i pazienti a rischio di morte per patologia cardiovascolare.
L’obesità rappresenta un fattore di rischio importante per la salute in generale, ma il BMI ha alcuni limiti che ne limitano l’accuratezza nella valutazione del rischio di fratture e patologie sistemiche. L’utilizzo del WWI potrebbe quindi rappresentare una svolta nell’individuazione dei fattori di rischio e nella prevenzione delle fratture da fragilità.