Tre artisti hanno citato in giudizio Stability.ai e Midjourney, due popolari intelligenze artificiali generative. Permettono entrambe di creare delle illustrazioni partendo da un semplice input, ma la disputa riguarda il carattere di originalità delle opere in questioni.
Per funzionare, queste intelligenze artificiali utilizzano un modello di rete neurale addestrato attraverso enormi archivi di opere d’arte e illustrazioni di artisti reali. Come spiegavamo in questo nostro speciale, sono molte le persone che contestano l’idea che un’IA possa creare (o per meglio dire, inventare) un’opera originale.
Due le questioni: la prima è che non è possibile creare IA generative senza usare dataset con milioni di opere d’arte e che questi dataset vengono (quasi) sempre composti prendendo immagini dal web, usando tool che automatizzano il processo, senza il consenso degli artisti. La seconda è che le creazioni delle IA sono, sostanzialmente, un rimaneggiamento di quanto le IA hanno ‘imparato’ studiando questi dataset. Quando chiediamo ad un’IA di ritrarre una donna, l’IA si limiterà a replicare quanto ha appreso dai suoi dataset, che contengono però milioni di disegni reali. Dunque i capelli saranno generati facendo una somma di migliaia di stili di altrettanti artisti reali. Ora, questa ‘ispirazione’ (per così dire) va interpretata come una violazione del copyright, un plagio bello e buono, oppure dobbiamo ritenere che quando il risultato del lavoro dell’IA è la somma di così tanti artisti si possa effettivamente parlare di una creazione originale? Del resto, l’IA ha imparato a disegnare imitando lo stile di milioni di artisti: in genere non si limita a copiare specificatamente le illustrazioni di un singolo artista.
È evidente che ci troviamo davanti ad un terreno estremamente scivoloso e che in assenza di regole certe, che oggi non ci sono, o anche solo di una giurisprudenza consolidata sulla base del diritto vigente (anch’essa assente) diventa difficile capire quali possano essere i limiti di questi strumenti.
Oltre ad aver citato in giudizio Stability.ai e Midjourney, i tre artisti hanno fatto causa anche a DevianArt, popolare piattaforma per la condivisione di opere d’arte. DevianArt è accusata di aver “tradito la comunità di artisti”, dal momento che – questa l’accusa – avrebbe facilitato il furto dei disegni dei suoi utenti.
Non è detto che i tre artisti ottengano quello che cercano, cioè un riconoscimento legale del fatto che le opere create da IA come Stability.ai e Midjourney si basino sulla violazione sistematica del diritto d’autore. Peraltro, come spiega il sito Techno Lama, la class action sembra poggiare su un terreno poco stabile, dal momento che si basa su un’interpretazione erronea e fallace del vero funzionamento delle tecnologie in questione.