Le promozioni aggressive che premiano il trade-in dell’usato stanno spingendo il mercato degli smartphone usati e ricondizionati su vette sempre più alte. Produttori e catene di elettronica incentivano la consegna dell’usato per ottenere degli sconti sul nuovo, ma il rischio – ci chiediamo – non è che il nuovo mercato dei prodotti ricondizionati finisca per cannibalizzare il mercato delle novità?

La richiesta di smartphone usati e ricondizionati sta crescendo in maniera significativa, con IDC che stima una quota record di 415 milioni di unità spedite nel 2026, circa il doppio rispetto al 2020. I primi segnali di questo trend risalgono a pochi anni fa, con 253,4 milioni di unità spedite nel 2021 e 282,6 milioni previste per il 2022, ovvero un aumento del 11,5% rispetto all’anno precedente.

Come spiegavamo poco più sopra, questo trend ha le sue radici nella pratica sempre più diffusa del trade-in, in cui i produttori di smartphone, e non solo loro, incentivano l’acquisto di un nuovo modello permutando il vecchio. Inoltre, le promozioni dei brand che prevedono la permuta del vecchio dispositivo con quello nuovo sono ormai sempre più in voga nei principali mercati occidentali.

Come sottolineato da IDC nel suo ultimo rapporto, questo ha contribuito ad un aumento del valore di permuta, tipico quando la domanda di nuovi dispositivi è lenta, causando anche un aumento dei prezzi sul mercato dell’usato, in particolare per gli smartphone di fascia alta. Basti pensare che un iPhone 13 Pro ricondizionato spesso ha prezzi che partono dai 900-1100 euro.

In generale, secondo le stime degli analisti le spedizioni di smartphone usati e ricondizionati continueranno a crescere fino a quando i produttori manterranno questa strategia di mercato, il tasso annuo di crescita composto per il periodo che va dal 2021 al 2026 è stimato al 10,3%.