Need For Speed Unbound è finalmente disponibile su Xbox Series S/X, PS5 e PC e per la prima volta dopo oltre un lustro il franchise di racing game più venduto di sempre (insieme a Mario Kart) torna a far parlare prepotentemente di sè ancor prima dell’uscita, con un capitolo che ha sollevato opinioni contrastanti tra i fan in seguito ai primi video di presentazione.

Tra personaggi in cel shading ed effetti visivi cartooneschi ad accompagnare derapate, salti e sfrecciate al NOS, NFS Unbound aveva fatto intuire che la resa grafica avrebbe osato stravolgere la canonica fedeltà fotorealistica in favore di tonalità più esuberanti, scatenando le ire dei fedelissimi ma anche raccogliendo pareri positivi da molti altri fan.
Joypad alla mano, tuttavia, diventa evidente quale fosse l’obiettivo sin da subito, ovvero riconquistare uno stile proprio, che funzioni davvero, imparando da un passato che finora si era sempre cercato di imitare, con scarso successo.

Sulle strade di Lakeshore

Prima di concentrarsi sul valore più profondo di Need For Speed Unbound e su quello che rappresenta non solo come gioco in sè ma anche all’interno del franchise, è giusto analizzare alcuni aspetti più tecnici che avevano il compito di risollevare il brand dopo il tonfo del precedente capitolo, NFS Heat.
Da questo punto di vista, Unbound rappresenta un diretto upgrade che recupera per intero la base del suo predecessore ma ne migliora sensibilmente ogni aspetto, dall’esperienza alla guida alla gestione del progresso nella storia.

Come NFS Heat, anche Unbound alterna eventi tra il giorno e la notte, ma in questo caso l’unica particolarità è rappresentata dal fatto che a ogni nuova alba il livello di ricerca della polizia nei propri confronti si azzera.
Il giocatore sa che ogni giorno può scendere per le strade di Lakeshore e completare anche tutti gli eventi a disposizione, ma in parallelo aumenteranno i gradi di allerta e questo renderà la sessione notturna piena di volanti ed elicotteri di pattuglia. Dopo poco diventa dunque evidente che l’obiettivo non è completare tutte le gare, bensì calcolare attentamente quali affrontare per ottenere il massimo risultato senza rischiare di venire arrestati e perdere così il proprio bottino.

Tutti gli eventi (raggruppati in “raduni”, sparsi in diversi punti della città) hanno in palio denaro o auto ma spesso prevedono una lauta tassa di iscrizione; allo stesso tempo, qualunque difficoltà scegliate avrete un limite massimo di riavvii giornalieri (in caso non siate soddisfatti di come è andata la gara), dopodichè non potrete fare altro che accettare il verdetto della strada, che potrebbe anche mandarvi in negativo. Proseguendo nella storia, il rischio di perdere il proprio denaro nell’arco di poche gare diventa sempre più concreto e un approccio poco ragionato potrebbe ridurvi sul lastrico.
Questa meccanica abbandona il parametro della reputazione (che non aveva funzionato benissimo in NFS Heat) e riporta l’attenzione sul vil denaro, essenziale a ricostruire lo status e il parco auto della propria crew.

Giorno e notte in Need For Speed Unbound perdono un po’ di peculiarità, differenziandosi solo per la luce del cielo e poco altro, ma acquisiscono un valore essenziale che si articola nelle settimane di avvicinamento alla Grand, la gara clandestina più importante di Lakeshore; nella modalità storia infatti il sabato sera è l’obiettivo da raggiungere, l’evento per cui qualificarsi rispettando i requisiti di registrazione, mentre le sessioni diurne e notturne infrasettimanali diventano così la finestra temporale in cui potenziarsi e accumulare così da arrivare al fine settimana preparati.
Qualificazione che non è assolutamente scontata: ogni sabato bisogna presentarsi con un auto di livello diverso (anche qui valgono sempre le categorie B, A, A+, S, S+) e il gioco non solo limita il potenziale massimo di alcune vetture ma articola l’evento finale in quattro gare dove è obbligatorio presentarsi con quattro auto diverse.

Tutto questo si traduce in tanti, tanti soldi necessari per riuscirci e introduce anche il primo dei (fortunatamente pochi) grandi problemi di Need For Speed Unbound: ci si potenzia al buio.
Se le categorie più basse risentono meno di una scelta dell’auto inadatta al proprio stile di gioco, l’esito delle vostre gare in S e S+ potrebbe cambiare drasticamente qualora optiate per la vettura sbagliata e purtroppo non c’è un buon modo di scoprire la resa finale di questi bolidi finchè non li si potenzia al massimo.
Questo sarebbe anche un endgame di tutto rispetto, ma il raduno finale avviene al termine di un ciclo temporale limitato e non c’è spazio per un errore. Durante le varie sessioni alcuni eventi speciali permettono di provare alcune auto già potenziate, ma lo spazio dedicato non è sufficiente a farsi un’idea valida.
Si finisce dunque a puntare tutto su una singola auto, sperando che i comportamenti in aderenza, derapata, rettilineo e fuoristrada siano quantomeno gestibili se non ottimali, visto che alcune auto appaiono davvero inguidabili in certi contesti.

Come ai vecchi tempi

Ci si potenzia al buio, dunque, ma quando si azzecca l’auto e il setting giusto Need For Speed Unbound diverte come non faceva dai tempi del reboot del 2015.
Veloce, tecnico, con molti tracciati che fanno la felicità di chi vuole esaltarsi ben oltre il premere sull’acceleratore, anche grazie a un livello di difficoltà che dopo tanti anni torna ad essere impegnativo senza essere (troppo) punitivo. Sul finire del gioco magari l’offerta inizia a essere ripetitiva, con molte gare ospitate sugli stessi tracciati, mentre la solita meccanica scandita in “raggiungi il raduno, avvia evento, raggiungi altro raduno, avvia evento” potrebbe stancare alla lunga, ma in generale la sensazione alla guida è appagante e coinvolgente, con il giusto mix di tecnica in pista e inseguimenti mozzafiato contro la polizia.

Questo lascia ben sperare anche per quanto riguarda la modalità PvP online, ma al momento le sensazioni in merito sono da rivedere, troppo insofferenti tra server ancora scarni e decisamente troppi bug a rovinare quella che ci auguriamo diventerà una valida esperienza competitiva.

Interessante anche Staffetta, il nuovo evento dedicato ad A$AP Rocky, testimonial del gioco e icona del panorama rap statunitense, dove bisogna affrontare un percorso con “stile” per accumulare punti (simile alle gare di derapata), mentre non manca addirittura una gita notturna a bordo della Mercedes Benz 190E del nativo di Harlem.

Always $trive And Prosper

Parlando proprio del rapper americano e del suo ruolo all’interno del gioco, che non si limita a prestarvi nome e volto, Need For Speed Unbound si affida a Rocky proprio per rivolgersi a una generazione moderna che si incarna nelle rime di questi artisti e forse segna definitivamente la fine dell’era legata a Fast and Furious. Dall’uscita di NFS Underground nel 2003, per vent’anni Electronic Arts ha ispirato ogni nuovo capitolo del suo franchise alle gesta cinematografiche di Toretto e della sua famiglia, capaci di segnare un’intera generazione soprattutto con i primi film.

Era l’epoca del tuning, delle luci sotto scocca, degli assetti super ribassati, delle sospensioni idrauliche, dell’impianto stereo nel cofano e delle decalcomanie tribali sulle fiancate; lo è stata, ma così come i film di Vin Diesel e compagnia sono ormai distanti anni luce da quel punto di partenza, adesso c’è una nuova generazione che avanza e A$AP Rocky ne funge da testimonial così come vent’anni fa lo furono Lil John e Ludacris. Tocca ai fan di vecchia guardia dimostrare ai giovani che avanzano come si guida.

Una colonna sonora di grandissimo valore, animazioni in cel shading espressive e realistiche, grafica degli ambienti e delle auto degna della next gen su cui gira, uno stile che sposa anche collaborazioni ufficiali con brand come Vans, Puma, Alpha Industries e molti altri; Need For Speed Unbound ha tutte le carte in regola per piacere ai fan di vecchia data ma soprattutto per attirarne di nuovi, grazie a un gameplay accattivante, a un’esperienza di guida appagante, a un parco auto immenso, un editor per il car wrap dalle possibilità infinite e tanta, tanta velocità.
Non è esente da problemi, su tutti quello della ripetitività e del non poter provare le auto prima di doverci investire i capitali guadagnati in ore e ore di gioco, ma considerando i capitoli precedenti sembra proprio che Electronic Arts abbia finalmente imboccato la strada giusta.

80
Need For Speed Unbound
Recensione di Filippo Consalvo

Una colonna sonora di grandissimo valore, animazioni in cel shading espressive e realistiche, grafica degli ambienti e delle auto di tutto rispetto, uno stile che sposa anche collaborazioni ufficiali con brand come Vans, Puma, Alpha Industries e molti altri; Need For Speed Unbound ha tutte le carte in regola per piacere ai fan di vecchia data ma soprattutto per attirarne di nuovi, grazie a un gameplay accattivante, a un'esperienza di guida appagante, a un parco auto immenso, un editor per il car wrap dalle possibilità infinite e tanta, tanta velocità.
Non è esente da problemi, su tutti quello della ripetitività e del non poter provare le auto prima di doverci investire i capitali guadagnati in ore e ore di gioco, ma considerando i capitoli precedenti sembra proprio che Electronic Arts abbia finalmente imboccato la strada giusta.

ME GUSTA
  • Esperienza di guida divertente
  • Tantissime auto
  • Ritorna ad alti livelli di qualità, con stile
FAIL
  • Alla lunga si corre spesso sugli stessi tracciati
  • A volte ritmo troppo spezzato dalla meccanica dei raduni
  • "Testare" un auto richiede troppi sforzi