Mai come in questo periodo si sente tanto parlare di inflazione, eppure non tutti sanno di cosa si tratta. Il 2021 e il 2022 sono stati anni in cui i prezzi sono cresciuti esponenzialmente, a livelli così alti da aver raggiunto un record dopo ben 25 anni. Per questo motivo, la Banca Centrale Europea (BCE) e i governi di tutti gli Stati hanno alzato le antenne cercando di attuare specifiche misure per permettere ai cittadini di non risentire di questo fenomeno.

Per molti, l’inflazione è semplicemente l’aumento dei prezzi, ma a livello tecnico, la sua definizione assume anche altri significati. Vuoi capire meglio di cosa si tratta?

Inflazione, il significato e i dati 2022

È importante chiarire innanzitutto che per inflazione si intende una continuativa crescita del costo della vita. Quest’ultima è il primo indicatore che condiziona il benessere delle famiglie, le quali si trovano ad avere di conseguenza un minore potere di acquisto, esattamente come accaduto nel 2022, anno in cui per molti nuclei familiari, fare la spesa è diventato sempre più difficile.

Anche i beni di prima necessità costano molto di più, a partire dal pane e dalla pasta fino ad arrivare ai medicinali. Ma vediamo qualche dato per rendere ancora più chiara la situazione: nei Paesi più sviluppati, il 2021 ha visto una crescita dei prezzi del 5,8%, un aumento che a novembre ha toccato il 3,7% su base annua.

Non si era mai visto nell’ultimo quarto di secolo un aumento tale da arrivare quasi a toccare il 6%. Questo fenomeno preoccupa tutti i cittadini ma anche gli Stati che si trovano a far fronte ad una situazione alla quale erano totalmente impreparati. Più aumentano i prezzi, più diminuisce il potere di acquisto della moneta, di conseguenza le persone dispongono di una quantità di beni minori e fanno più fatica a condurre uno stile di vita al di sopra della soglia della povertà.

Come si calcola l’inflazione

Calcolare l’inflazione, non è sicuramente semplice. In questo caso ci viene in aiuto l’Istituto Nazionale di Statistica, più comunemente chiamato Istat, che mensilmente si occupa di stimare a quanto ammonta l’aumento dei prezzi dei prodotti. In gergo statistico viene chiamato sotto il nome di “paniere dei prezzi al consumo”, ovvero quell’insieme di dati aggiornato di continuo e grazie al quale si capisce quanto i prezzi cambiano nel tempo. Di conseguenza, si conoscono anche i dati che riguardano i comportamenti dei consumatori.

Le abitudini dei cittadini, però, non cambiano solo in base a quanto costano i prodotti, ma anche dopo eventi eccezionali come abbiamo visto con la pandemia da COVID-19. In quel caso un evento esterno ha condizionato profondamente le scelte d’acquisto individuali, portando le persone ad orientarsi ad uno specifico prodotto. Uno degli esempi più eclatanti è quello delle mascherine, ma non solo, il lievito per fare il pane in casa, e tutti quei beni di prima necessità che è necessario avere con sé durante un’emergenza.

Perché l’inflazione è dannosa?

Quando si parla di inflazione, viene automatico percepire questo termine con una connotazione negativa. Ma perché l’inflazione viene considerata come dannosa? La risposta è semplice: mettere in discussione la stabilità dei prezzi, vuol dire perdere sicurezza riguardo al consumo, e questo non può che avere effetti negativi sull’economia. La variazione dei prezzi deve infatti essere sempre positiva, per questo motivo, anche la cosiddetta deflazione – e quindi il calo dei prezzi -, può avere delle conseguenze dannose. Se i prezzi scendono, gli acquisti ritardano e i commercianti non vendono i prodotti. In questo caso si creerebbe un circolo vizioso per cui anche i salari degli operai verrebbero ridotti con il conseguente licenziamento di questi ultimi e ripercussioni drammatiche sull’economia.

Banche centrali, le politiche espansive

Mai come quest’anno i prezzi sono aumentati a dismisura. Uno dei primi dati che salta all’occhio è quello relativo alla produzione di energia. I beni energetici hanno subito nel 2022 un aumento del prezzo pari al 30,6%.

Questo fenomeno rappresenta una crescita vertiginosa che segnala un problema altrettanto allarmante: la mancanza di risorse. Anche in questo caso torna in gioco un evento esterno all’economia: la guerra tra Russia e Ucraina, drammatico evento che ha portato la riduzione di fornitura di gas. Le riserve di gas naturale nel continente europeo risultano ai minimi storici poiché come segnala una famosa definizione economica:

I prezzi crescono quando l’offerta non soddisfa la domanda.

 

 

Dopo aver vissuto gravi conseguenze economiche dovute dalla pandemia da Coronavirus, i cittadini stavano iniziando a reinvestire le proprie liquidità, risparmiate e durante il difficile periodo dell’emergenza COVID-19.

Purtroppo, però, le banche centrali hanno commesso diversi errori per quanto riguarda le scelte finanziarie. Nel tentativo di rilanciare l’economia, ci sono state decisioni sbagliate rispetto le politiche espansive, con la conseguenza di un’impennata dei prezzi che ha messo tutta la popolazione in ginocchio.