PescAgri, Associazione Pescatori Italiani, lancia l’appello al Governo per tutelare, sviluppare e valorizzare l’acquacoltura. L’idea è creare un allevamento ittico sostenibile diminuendo le importazioni di pesce dall’estero. Queste rappresentano l’80% della domanda dei consumatori italiani.
Il settore è in crescita con un volume d’affari di 510 milioni e 900 imprese su tutto il territorio. La produzione di pesce è di 165mila tonnellate. Nello specifico, l’acquacoltura riguarda gli allevamenti ittici sia in acqua salata che dolce per la raccolta di pesci, molluschi, crostacei.
Data la crescente domanda e il sovrasfruttamento degli stock ittici l’acquacoltura non può più essere considerata ancillare alle attività di cattura. Dal 2013 la crescita di produzione è stata dell’8% e il prodotto ittico d’allevamento è destinato entro il 2030 a superare quello pescato, arrivando a coprire il 70% della domanda. PescAgri auspica una campagna di promozione che sostenga e incentivi il settore dell’acquacoltura, così come accadde in passato con gli agriturismi, nell’ottica di una multifunzionalità che garantisca nuove opportunità di reddito alle aziende agricole, favorendo lo sviluppo di attività di allevamento sia di acqua dolce che salata.
Rosa Castagna, presidente PescAgri
PescAgri quest’ultima punta alla promozione dell’itticoltura dal punto di vista ambientale, economico e sociale. L’obiettivo è una blue economy sostenibile per zone costiere, insulari e interne. Inoltre, si mira a una formazione professionale di operatori nel settore della pesca e degli imprenditori ittici per direzionarli a transizione ecologica e innovazione tecnologica. Si prevede anche un’intensificazione della comunicazione con le istituzioni nazionali. Ad esempio, per concessioni demaniali marittime. PescAgri è relativa anche alla crescita economica degli allevamenti ittici e a una maggiore digitalizzazione.