L’Etna ha scritto la sua musica infrasonica su pentagramma. Un vulcanologo, Alessandro Bonforte, è rimasto colpito dalle canne d’organo del Mongibello. Ha scoperto tre note diverse sempre uguali a se stesse provenienti da tre bocche con differenti accordature.

 

Quando ero ragazzo suonavo, facevo musica e oggi mi ha colpito il ‘coro’ dell’Etna, e il fatto che c’erano due o tre voci nette, distinte tra loro. Due, sicuramente, provenienti da altrettante bocche diverse in attività e sempre con la stessa impronta sonora. Appena finita una eruzione si ricarica. In questi mesi sta gonfiando. Se e quando ci sarà un’eruzione, però, lo sapra’ solo lei. E, come sempre, ci sorprenderà.

Alessandro Bonforte

 

 

L’infrasuono è un suono al di sotto dalla frequenza udibile dall’uomo. I vulcanologi dichiarano che in questo caso si tratta di bolle di gas che con la loro variazione nella frequenza svelano qualcosa sul degassamento. Ecco quindi come capire l’attività del vulcano. Un aumento di queste infrasoniche può prevedere un’attività più intensa ed evidente.

La rete infrasonica dell’Etna è stata progettata per rilevare il ruggito silenzioso dei vulcani. A gennaio 2022, dopo 17 ore di viaggio nell’atmosfera, le onde acustiche provocate dall’esplosione dell’Hunga Tonga-Hunga Haapai, arrivarono sul vulcano siciliano. Al di sotto delle frequenze udibili dall’orecchio umano le onde acustiche non potevano essere percepite.