Sappiamo come l’esagerato aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera stia provocando quel fenomeno conosciuto come surriscaldamento globale. Ad aiutarci le mangrovie, bioma costituito da una porzione vegetale prevalentemente legnosa, che si sviluppa sui litorali bassi delle coste, generalmente, tropicali. Hanno delle peculiarità morfologiche che le rendono estremamente affascinanti: sono dotate di radici accessorie molto robuste che fan sì che il tronco sia sollevato e portato fuori la superficie dell’acqua.
Grazie a queste radici le mangrovie si aggiudicano l’appellativo di “spugne”. In particolare, assorbono quantità cospicue di carbonio: aspirano cioè l’anidride carbonica dall’aria per immagazzinarla nelle radici e nei rami. Sono così efficienti che secondo lo studio dell’Università della California Riverside e l’Università della California di San Diego, immagazzinano carbonio da oltre 5.000 anni.
Una delle co-autrici dello studio, Emma Aronson, afferma che la particolarità non è riconducibile solo alla velocità o quantità di carbonio che le mangrovie riescono ad assorbire quanto più alla straordinaria capacità di immagazzinamento nel tempo.
La torba come chiave di lettura
Tra gli elementi oggetto d’interesse dello studio, la torba: deposito composto da resti vegetali sprofondati nell’acqua sottostante. La torba sotto le mangrovie è una combinazione di sedimenti sommersi e materia organica decomposta. In alcune aree campionate per lo studio, lo strato di questo tipo di materiale organico si estendeva per circa 3 metri sotto la linea dell’acqua.
Durante i campionamenti, portati avanti nel sito al largo della costa di La Paz (Messico), i ricercatori hanno esaminato come la densità di carbonio e di azoto e la composizione della comunità microbica variano con l’età della torba. I ricercatori si aspettavano di trovare del carbonio nello strato di torba al di sotto della foresta, ma non che il carbonio avesse più di 5.000 anni.
A questo punto è chiaro come preservare il più possibile queste perfette “macchine aspiratrici” sia una buona strategia per affrontare gli imminenti provocati dal surriscaldamento globale, infatti Matthew Costa, primo autore del lavoro, ha affermato che un modo per evitare che la crisi climatica peggiori è lasciare le mangrovie indisturbate. “Se permettiamo a queste foreste di continuare a funzionare, possono trattenere il carbonio che hanno sequestrato dall’atmosfera. Hanno un ruolo chiave nel mitigare il cambiamento climatico” ribadisce Costa.
Lo studio è stato pubblicato su Marine Ecology Progress Series.
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