Una recente ricerca ha esaminato le impronte magnetiche dei cristalli antichi. Hanno così stabilito con precisione l’età del nucleo interno terrestre a 550 milioni di anni fa. Inoltre, lo studio ha anche capito la causa del ringiovanimento del campo magnetico della Terra. In pratica, si sono trovate risposte sull’evoluzione del meccanismo che supporta il campo magnetico e su come la Terra sia diventata pianeta abitabile.

Il campo magnetico rappresenta per l’umanità una difesa importante. Esso è uno scudo protettivo contro le radiazioni e il vento solare. Un modo per permettere la vita sulla Terra. Lo scudo è formato dai vortici in movimento del ferro liquido sottoterra, all’esterno del nucleo terrestre. Ciò che resta un mistero per gli scienziati è la relazione tra campo magnetico e nucleo della Terra. Risposte chiave importanti sembrano essere nei cristalli antichi. Si tratta di minerali che risalgono dal nucleo fuso verso la Terra. Si raffreddano, imprigionando piccole particelle magnetiche che poi diventano carta d’identità dello scudo.

I ricercatori hanno utilizzato un magnetometro e un laser per analizzare gli aghi magnetici rimasti bloccati nel minerale chiamato feldspato. L’obiettivo era precisare l’età del nucleo terrestre, identificando due risposte chiave della sua evoluzione. In parole semplici, lo studio ha rivelato che il nucleo si sarebbe formato 550 milioni di anni fa, 15 milioni di anni dopo il collasso del campo terrestre. Il nucleo interno della Terra, nascendo, ha ricaricato dapprima il nucleo esterno fuso per poi fare il ripristino del campo magnetico. Si è stimato, inoltre, che a 450 milioni di anni fa l’evoluzione del nucleo interno ha due nuclei: uno interno più esterno e uno interno più profondo.

 

Poiché abbiamo stabilito con maggiore precisione l’età del nucleo interno, abbiamo potuto esplorare il fatto che l’attuale nucleo interno è in realtà composto da due parti. I movimenti tettonici delle placche sulla superficie terrestre hanno influenzato indirettamente il nucleo interno e la storia di questi movimenti è impressa in profondità nella struttura del nucleo interno.

John Tarduno dell’Università di Rochester