Ingenuamente, la maggior parte delle persone crede che un buon sonno non debba essere mai interrotto. L’Università di Copenaghen ha condotto una nuova ricerca che dimostra come il trasmettitore di stress, la noradrenalina, ci svegli oltre 100 volte a notte. Non c’è da preoccuparsi è normale e può indicare perfino che una persona ha dormito bene.
Abbiamo trovato l’essenza della parte del sonno che ci fa svegliare riposati e che ci consente di ricordare ciò che abbiamo imparato il giorno prima. Abbiamo scoperto che la parte rinfrescante del sonno è guidata da ondate di noradrenalina. I risvegli molto corti sono creati da ondate di noradrenalina, che sono così importanti anche per la memoria. Si potrebbe dire che i brevi risvegli resettano il cervello in modo che sia pronto a immagazzinare nuova memoria quando si immerge di nuovo nel sonno.
Maiken Nedergaard, scopritrice del sistema glinfatico
Vecchi precedenti studi avevano dichiarato che la noradrenalina legata allo stress fosse inattiva durante il sonno. Il nuovo studio invece ha sorpreso ribaltando tale convinzione. Essa è attiva e quando dormiamo il suo livello aumenta e diminuisce in modo costante con schema a onde. I livelli alti di noradrenalina stanno a indicare che il cervello è sveglio per breve tempo. Quelli bassi invece che stiamo dormendo.
Da un ‘punto alto’ all’altro passano circa 30 secondi, il che significa che i livelli di noradrenalina cambiano costantemente. Allo stesso tempo, potremmo dire che più profonda è la ‘valle’ (cioè migliore è il sonno), maggiore è il punto alto successivo e più alto è il grado di risveglio.
Mie Andersen, prima autrice dello studio
Il buon sonno ci fa bene perché previene dall’Alzheimer e migliora la memoria. Lo studio fatto sui topi attesta che quelli con maggiori valli profonde di noradrenalina avevano memoria migliore. La noradrenalina è un ormone dello stress, ha un legame con l’adrenalina. I suoi livelli possono aumentare in condizioni di stress, ma può essere utile alla concentrazione.