Ora con il grande caldo pensare al ghiaccio del Polo Nord, alla neve e all’inverno è un toccasana, quindi anche alle renne. La scienza ha già riportato i superpoteri di questi animali e i loro adattamenti per vivere in un ambiente estremo. I loro occhi sono fatti apposta per vedere anche nel buio della notte artica, periodo in cui il sole non supera l’orizzonte. Uno studio recente dallo University College di Londra svela il meccanismo che c’è dietro la loro visione notturna. Insomma, la vista delle renne si trasforma all’arrivo dell’inverno.
Le renne sono ghiotte di licheni, presenti in abbondanza in un ambiente aspro come l’Artico. Le renne devono scavare sotto la neve. Durante l’estate è facile, ma in inverno la visibilità diventa più complicata. Sarebbero perfetti occhi predisposti alla visione notturna, ma anche abituati al sole annuale. La natura ha aiutato le renne cambiando la forma dei loro occhi al cambio di stagione. La mutazione riguarda la struttura di nome tapetum lucidum, una specie di specchio dietro la retina. Essa riflettendole contro una parte di luce che entra nell’occhio rende capace la retina di raccogliere più luce. Tutto per avere un’immagine più chiara.
Tale struttura non è tipica delle renne, anche altri animali come il gatto la usano per la loro visione notturna. Le renne però sono particolari perché cambiano struttura e colore dell’occhio con la stagione. Color oro in estate con il sole, mentre in inverno diventa di un blu profondo come la notte artica. Inoltre, al cambio di stagione muta anche la pressione interna dell’occhio, che influisce sul colore del tapetum.
Come noi abbiamo i pneumatici estivi e quelli invernali, così vale per le renne e i loro occhi.
Robert Fosbury, primo autore dello studio