Tutti, più o meno, si ricorderanno del pappagallo blu brasiliano del film d’animazione Rio. Era il 2011 e il film raccontava delle avventure di un pappagallo blu, ultimo esemplare maschio di ara di Spix al mondo. L’uccello prende il nome da chi l’ha scoperto la prima volta nel 1819: il naturalista tedesco Johann Baptist Ritter von Spix. Dopo 20 anni il pappagallo è tornato libero nel suo habitat in Brasile. Insieme a questa notizia ci sono anche i primi rilasci di un progetto di riproduzione in cattività che dura da anni.
I pappagalli blu sono golosi di semi, frutti e di alberi di Caraibeira. A incidere sulla loro sempre più vicina estinzione, fin dai tempi più antichi, ci sono diversi fattori. Essi sono i secoli di deforestazione, l’alterazione degli habitat e lo sviluppo antropico lungo il fiume São Francisco. Nel corso degli anni è stato difficile accordare un importante progetto di reinserimento di questa rara specie.
Dall’altra però si è lavorato così incessantemente che oggi si possono contare ben 180 esemplari allevati pronti a tornare a casa. L’intento è quello di una sufficiente riproduzione, ma anche di ricostruire l’habitat ideale di sopravvivenza. Quest’ultimo è rappresentato da foreste secche chiamate caatinga. Per questo i ricercatori insieme ad altre forze hanno deciso di piantare circa 50mila piantine di 26 specie diverse. Un modo per ridare vita ad altri 100 ettari di foresta lungo il fiume Rio São Francisco, per ricreare la vera casa del pappagallo blu.
Intanto l’ara di Spix del film Rio è tornata a casa, nonostante si debbano fermare la perdita di habitat, la deforestazione e la conversione dei terreni in pascoli. La speranza però di poter rivedere quella meravigliosa creatura blu nelle foreste di Bahia si è avverata. Ora la parte più difficile sarà continuare a mantenere accesa la luce di quella speranza.