Il Rewilding è un approccio alla natura che sta prendendo piede negli ultimi anni e che prevede approcci decisamente diversi. Si tratta di ripristinare ecosistemi naturali sani reintroducendo organismi (in
particolare animali predatori) che vadano a riempire una nicchia ecologica. Non solo: si parla anche di
grandi pascolatori in grado di gestire la vegetazione rimodellando in maniera naturale l’ambiente che
l’uomo non può modificare con facilità.
L’obiettivo, una volta reintrodotti questi animali è quello di “mollare la presa” sull’ambiente e lasciare che
gli organismi presenti creino un nuovo habitat naturale. Ricordiamo che nel tempo molte specie animali si
sono estinte o allontanate dai loro contesti a causa della caccia, dell’urbanizzazione e di un cambiamento
climatico che continua a fare danni di ogni tipo. Il progetto Rewilding punta proprio a ridare vita a quelle
specie che servono ancora tantissimo alla natura, basti pensare a lupi e castori, animali essenziali per
riparare l’ecologia delle zone in cui vivono.
Un esempio da valutare è stato quello del Parco nazionale di Yellowstone, dove tra il 1995 e 1997 sono stati reintrodotti 41 lupi: questi grandi predatori hanno permesso alle alci di tornare a muoversi all’interno del parco, permettendo ai salici di prosperare nuovamente, operazione utile ai castori, che si nutriscono di
questi rami, per sopravvivere in eterno.
Mantenere la natura in forma è qualcosa che fa bene anche all’uomo sia per la sua salute fisica che
mentale; il Rewilding, dunque, nasce proprio con lo scopo di ridare un mondo migliore a noi stessi.
- Rewilding – The Fine Art Of Doing Nothing (iflscience.com)