Solo quattro giorni di lavoro a settimana, ma a parità di salario e benefit. L’esperimento coinvolge circa 3.300 dipendenti di 70 diverse aziende, che hanno deciso di aderire ad uno studio condotto in concerto con alcune delle più prestigiose università del Regno Unito.
Un programma pilota che avrà la durata di sei mesi, oggi limitato all’Inghilterra ma che nell’immediato futuro potrebbe coinvolgere anche Scozia, Galles e Irlanda. I ricercatori e (forse soprattutto) le aziende vogliono capire se ridurre la settimana lavorativa porta con sé dei benefici. Il sospetto, da dimostrare, è che una soluzione del genere potrebbe non solo aumentare il benessere dei lavoratori, ma anche migliorare la produttività.
I sostenitori della settimana lavorativa da 4 giorni la descrivono come una policy a tre dividendi: aziende, dipendenti e ambiente
I sostenitori della settimana lavorativa da quattro giorni spesso parlano di una policy in grado di elargire tre dividendi: uno alle aziende, che producono e fatturano di più, uno ai lavoratori, che hanno più tempo libero e riducono lo stress e, infine, uno all’ambiente, dato che c’è anche una riduzione delle emissioni di CO2.
Quello organizzato in Regno Unito è il più grande esperimento di questo tipo della storia. Potrebbe avere un impatto enorme sul futuro del mondo del lavoro.
Considerate le grandi ambizioni del progetto, non stupisce allora che nella lista delle 70 aziende coinvolte si trovino davvero attività di ogni tipo: dai fast food che vendono fish&chips agli studi legali, passando ovviamente per le grandi banche e le aziende tech. Dai colletti blu ai colletti bianchi. Nelle intenzioni dei promotori dell’esperimento, la settimana da 4 giorni non deve essere un privilegio di chi lavora nelle grandi multinazionali, quelle che già oggi si contendono i lavoratori migliori offrendo benefit stellari.
I dati verranno studiati dai ricercatori dell’Università di Cambridge, del Boston College e di Oxford.
Stiamo uscendo dalla pandemia, sempre più aziende riconoscono che la nuova frontiera della competitività consiste nell’offrire ai dipendenti una qualità della vita migliore, riducendo il monte ore. Sono sempre più consapevoli che porre l’accento sugli obiettivi, e non sul tempo passato in ufficio, consente di ottenere risultati migliori
si legge nel comunicato di 4 Day Week Global, la non-profit che ha promosso l’esperimento.
Nel 2018 un’azienda neozelandese aveva condotto un test simile, coinvolgendo 240 lavoratori. L’università di Auckland aveva poi raccolto dati quantitativi e qualitativi, arrivando alla conclusione che l’iniziativa aveva significativamente ridotto lo stress dei dipendenti, migliorandone la produttività. Il 78% delle persone coinvolte dichiarava di sentirsi meglio e di aver raggiunto un bilanciamento tra vita privata e lavoro più soddisfacente. Nel 2019 anche la divisione giapponese di Microsoft ha sperimentato l’introduzione della settimana lavorativa da quattro giorni, ottenendo risultati molto simili.
In entrambi i casi, si trattava di esperimenti con un campione troppo piccolo per poter trarre conclusioni definitive. L’organizzazione 4 Day Week Global sta lavorando per replicare l’esperimento anche negli USA e in Canada.