Uber Italia è stata condannata dal Garante Privacy italiano, dovrà pagare due sanzioni da 2,12 milioni di euro l’una, per un totale di 4,24 milioni di euro. Il Garante ha riscontrato una scarsa trasparenza nel trattamento dei dati personali degli utenti. L’informativa privacy non avrebbe consentito agli utenti di avere una piena consapevolezza del tipo di dati raccolti dalla multinazionale.

Non solo, Uber non avrebbe nemmeno adempiuto alle norme nazionali, ad esempio dove prescrivono alle aziende di comunicare al Garante il trattamento dei dati per finalità di geolocalizzazione. Una norma che precedeva il nuovo ordinamento introdotto dal Gdpr e che non sarebbe mai stata rispettata da Uber.

Ne dovranno rispondere Uber Technologies, con sede a San Francisco, e la filiale europea, Uber B.V., con sede ad Amsterdam.

L’inadempimento di Uber avrebbe pregiudicato i diritti di oltre 1,5 milioni di utenti italiani, inclusi gli autisti.

Con il provvedimento odierno l’Autorità sanziona dunque la società di diritto olandese Uber BV e la statunitense Uber Technologies, come contitolari del trattamento, ciascuna responsabile delle violazioni del Codice privacy commesse nei confronti degli utenti italiani. Le sanzioni riguardano in particolare l’inidonea informativa resa agli utenti (in quanto priva dell’indicazione relativa alla contitolarità del trattamento) e “formulata in maniera generica e approssimativa” con “informazioni poco chiare e incomplete” e “di non facile comprensione”

si legge nella nota pubblicata dal Garante.