L’affare Twitter penalizza Tesla, a Wall Street la la casa automobilistica ha bruciato circa 21 miliardi di dollari. Gli investitori temono che Elon Musk intenda finanziare l’acquisizione del social network liquidando parte delle sue azioni Tesla, provocando un brusco crollo del valore del titolo.
Durante la scorsa settimana, Elon Musk ha presentato un documento SEC spiegando – a grandi linee – come intende finanziare l’operazione di acquisizione di Twitter. Costo totale: 46,5 miliardi di dollari, ossia 54,20 dollari per azione. Di questi, solamente 25.5 miliardi proverranno da un prestito concessogli da Morgan Stanley, i restanti 21 miliardi (paradossalmente la stessa cifra ‘bruciata’ dal market cap di Tesla) dovranno venire dalle sue finanze personali.
Gli analisti sono pressoché certi che Elon Musk non abbia liquidità per oltre 20 miliardi, da qui l’ovvia considerazione – sposata dal mercato -, che l’imprenditore dovrà vendere una parte rilevante delle sue azioni, provocando un crollo verticale del valore in borsa di Tesla.
I timori degli investitori hanno rapidamente portato ad una vendita di massa delle azioni di Tesla, che ieri hanno parso il 12,2% del loro valore.
Rischia di essere un boomerang disastroso per lo stesso Elon Musk. «Se le azioni Tesla rimarranno in caduta libera, Musk rischia seriamente di compromettere irreversibilmente il suo patrimonio», ha spiegato a Reuters Ed Moya, analista senior di OANDA.
Elon Musk è considerato l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato attorno ai 239 miliardi. Pressoché la totalità del suo patrimonio è in azioni e quote delle sue aziende, soprattutto Tesla.