Perché fare una recensione di Devil May Cry ora? A parte per il fatto che è disponibile anche su Sky e NOW adesso, c’è anche un motivo più interessante. Le serie anime, come molti di voi sapranno, non sempre vengono doppiate a causa del fatto che i consumatori spesso le guardano in modi “poco legali”. La storia però, cambia quando le serie anime o di altro tipo sono inserite in un catalogo che comprende anche altri tipi di film. Questo discorso è molto interessante, considerando che Adi Shankar, il produttore di questa serie ha prodotto anche l’acclamata serie Netflix di Castlevania e Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix, e ora ha dato vita alla serie anime basata sul franchise di Capcom, Devil May Cry.
Le sceneggiature sono state scritte da Shankar in collaborazione con Alex Larsen, che ha scritto la sceneggiatura del film Bodied (prodotto da Shankar ed Eminem, tra gli altri) e che più recentemente ha scritto la serie anime di Netflix, Yasuke. Shankar ha spiegato che la prima stagione includerà “otto episodi”, ma che la storia non si concluderà qui: proprio come con Castlevania, sta pianificando un “arco multi-stagione”, il che significa che si svilupperà su più stagioni collegate.
Sebbene Shankar non abbia rivelato dettagli specifici della storia prima della sua uscita, avevamo già la conferma del fatto che sarebbero apparsi diversi personaggi preferiti del franchise di DMC. Troverete tra loro Virgilio, oltre a Lady, e ovviamente anche Dante.
Shankar inoltre ha fatto sapere in più occasioni che lavorare con Capcom su questo progetto è stato un sogno. “L’intero team, infatti, sia dal lato gestionale che da quello creativo, è stato incredibilmente di supporto e si è impegnato al massimo nel progetto.
Ha lavorato direttamente con Hiroyuki Kobayashi, un produttore veterano di Capcom che ha lavorato ai giochi DMC originali e Resident Evil, così come al DMC Devil May Cry: The Animated Series del 2007, prodotto dallo studio di animazione giapponese Madhouse.
Fortunatamente Shankar e quelli del suo team hanno mantenuto un approccio ferocemente favorevole ai fan in tutti i suoi progetti fino ad oggi, e Castlevania è stato acclamato da molti come uno dei migliori adattamenti videoludici di tutti i tempi. Come è stato in grado di proteggere l’integrità dei giochi che adatta per la TV? Semplice, Shankar cerca di mettere passione e avere una mente aperta.
Proprio come non esiste un approccio unico per adattare un libro a un film e proprio come non esiste un modo giusto per fare una cover, non esiste un approccio valido per tutti per adattare, tradurre o espandere i giochi in un altro mezzo. Di seguito il trailer pubblicato su YouTube:
L’eterna lotta tra bene e male
Continuiamo la recensione di Devil May Cry con alcune osservazioni sul lavoro svolto dal produttore con altre serie, che si rispecchia anche in questa. Nel caso di Castlevania per esempio, si attribuisce parte del suo successo al tempismo, poiché in quel momento si è ritenuto che il mercato fosse maturo per adattamenti autentici dei giochi classici e, in effetti, il successo di Castlevania ha innescato una valanga di adattamenti da videogiochi a serie TV di qualità.
Si può vedere tutto questo come parte di un cambiamento culturale in cui il pubblico ha chiesto un trattamento più fedele dei suoi franchise preferiti, proprio mentre il costo di produzione di contenuti video è diminuito e il processo è stato democratizzato dalla distribuzione digitale.
Castlevania, come anche Devil May Cry, aveva un team di persone appassionate che erano fan dei lavori originali e volevano che l’animazione fosse presa sul serio come mezzo e non solo come genere. Nel 2017, quando hanno lanciato prima stagione, è sembrata come una lotta essere notati o addirittura riconosciuti dal mainstream. Il fatto che Castlevania abbia generato non solo uno spin-off, ma abbia essenzialmente innescato un’intera verticale di contenuti animati per adulti per Netflix è un risultato grandioso. Forse possiamo dire che è il caso di dire al posto giusto nel momento giusto, ma non si tratta solo di questo.
Tra gli altri progetti Shankar sta anche lavorando a una serie animata ambientata nell’universo di PUBG. Il lavoro che ha svolto con Devil May Cry è molto curato dal punto di vista del design dei personaggi e dell’animazione, l’unica pecca è la narrazione che davvero rimane un po’ troppo semplicistica.
Tradizione vs innovazione
Chi ha giocato a Devil May Cry almeno una volta nella vita sa di che tipo di franchise si tratta e che forse non era così scontato scegliere un adeguato arco narrativo. Ci avviciniamo alla conclusione della recensione di Devil May Cry con una nota amara che ci accompagna. Da una parte, abbiamo un lavoro davvero degno di nota quando si tratta della parte che comprende animazione e disegni, dall’altra, abbiamo degli episodi poco sostanziosi e che seguono sempre la stessa dinamica.
Sembra un po’ assurdo che non sia trovato un bilanciamento più equo tra le varie componenti dell’opera ed è anche per questo che forse se ne è parlato così poco. Un’altra serie di Shankar attualmente in produzione è Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix, che è vagamente basato sull’universo di Blood Dragon ispirato al synthwave di Ubisoft che originariamente derivava dalla serie Far Cry.
In questo caso il suo lavoro sarà in parte influenzato dal cartone animato degli anni ’80 Captain N: The Game Master. Molto prima dell’MCU, Captain N era l’universo cinematografico di Nintendo, con i personaggi dei successi per NES come Legend of Zelda, Metroid e Kid Icarus, oltre a Castlevania di Konami e Mega-Man di Capcom.
Chi di voi ha conosciuto questi personaggi troverà molto interessanti questi tipi di lavori. E adorerete l’idea di un bambino che viene risucchiato in un mondo di videogiochi. C’erano molti parallelismi tra Captain N e il cartone animato di Dungeons and Dragons della stessa epoca. Immagino che, nonostante sia stato stroncato dalla critica, Captain N sia stato un successo perché è rimasto impresso nei cuori e nelle menti di molte generazioni.
Per essere onesti, tornando al nostro Devil May Cry però, il prodotto finale che è stato realizzato dalle persone straordinariamente creative del team e dallo studio di animazione, non riuscirà a coinvolgere gli spettatori quanto in passato sono riusciti a fare invece i videogiochi.
Per concludere la recensione di Devil May Cry possiamo precisare che la serie anime giapponese basata sulla serie di videogiochi di Capcom, è ambientata tra Devil May Cry e Devil May Cry 2. La serie è basata sui volumi del manga e dei romanzi e vede il ritorno dei personaggi abituali della serie Trish e Lady.
Nello serie, Dante gestisce la sua attività di caccia ai demoni, Devil May Cry, mentre lotta con un debito finanziario costante. Sono stati anche introdotti due nuovi personaggi: l’agente di Dante Morrison, che aiuta il suo cliente cronicamente indebitato a trovare lavoro e gli dà utili consigli sulla vita, e Patty Lowell, una giovane orfana che salva nel primo episodio, che sviluppa con lui una relazione padre-figlia .
Sebbene le storie e quindi le trame della serie tv fossero per lo più autonome, nel primo episodio è stata introdotta una trama lunga una stagione ed è arrivata alla ribalta negli episodi 10-12. Se siete appassionati è un prodotto da vedere anche solo per la curiosità di farlo.
Concludiamo la recensione di Devil May Cry ribadendo un semplice concetto: qualcosa può piacere di più o di meno a seconda delle aspettative e a seconda del legame che si ha con il franchise. Detto questo, quello che salva questa serie è l'animazione e il character design per la narrazione non vi rimarranno impressi certo i dialoghi.
- Il punto di forza sono animazione e character design.
- Per gli appassionati del franchise sarà una sorpresa da vedere su schermo.
- Tallone d'Achille: narrazione piatta e ripetitiva.
- Alcuni storceranno il naso per l'introduzione di alcuni personaggi.